L’Osservatorio sulla corruzione nella PA presenta il Rapporto 2022, che offre una valutazione quantitativa della parte ‘emersa’ di corruzione e illegalità negli uffici pubblici.
Scarica il Rapporto 2022 sulla corruzione nella PA
La premessa alla Proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla lotta contro la corruzione sottolinea i gravi danni provocati dalle corruzione alla società, alle democrazie, all’economia e ai singoli cittadini.
In Italia la corruzione ha carattere sistemico ed è ampiamente diffusa, assumendo le forme più svariate. Nonostante il miglioramento degli ultimi anni, le classifiche internazionali posizionano ancora l’Italia agli ultimi posti tra i Paesi sviluppati in quanto a percezione della corruzione.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destina ingenti risorse finanziarie (prestiti e sussidi di derivazione comunitaria) per la realizzazione di importanti investimenti e riforme da conseguire entro il 2026. Allo scopo si è reso necessario prevedere deroghe per velocizzare le procedure amministrative. Solo un contrappeso, rappresentato da un costante monitoraggio, una maggiore trasparenza e la creazione di presidi di prevenzione della corruzione, potrà evitare la proliferazione di eventi corruttivi e contenere il rischio di infiltrazioni criminali.
Nel report sull’Italia, l’Ocse evidenzia poi l’assenza di una strategia nazionale globale per contrastare la corruzione estera.
Il Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza (Ptpct) è confluito da quest’anno nel Piano integrato di attività e organizzazione (Piao), che assorbe in un unico documento i piani della performance, dei fabbisogni del personale, della parità di genere, del lavoro agile e dell’anticorruzione. Se il Piao riuscirà a rafforzare il collegamento tra il Sistema di prevenzione dei rischi di corruzione e i Piani di attività dell’Azienda (inclusi gli obiettivi di performance), la lotta alla corruzione ne trarrà giovamento. In caso contrario, se la sezione del Piao su trasparenza e anticorruzione sarà una mera trasposizione del Ptpct, la nuova disciplina non produrrà alcun miglioramento.
Il Piano Nazionale Anticorruzione 2022, approvato con delibera n. 7 del 17 gennaio 2023 dal Consiglio dell’Anac, rivede e consolida, in un unico atto di indirizzo, tutte le indicazioni contenute nelle parti generali dei PNA e relativi aggiornamenti adottati in precedenza. Esso rappresenta il riferimento fondamentale per la predisposizione delle misure di prevenzione della corruzione da parte delle pubbliche amministrazioni.
Molto c’è da fare e da parte mia, ritengo che non sia possibile abbassare la soglia di attenzione sulla corruzione. Anche quest’anno mi sono rimboccato le maniche in questa enorme mole di raccolta ed analisi sistematica delle informazioni in tema di prevenzione della corruzione, prodotte dalle stesse amministrazioni pubbliche, in attesa che questo lavoro sia preso in carico direttamente dall’Anac, che può meglio valorizzarne il contenuto informativo, ora che i dati sono più facilmente riutilizzabili a partire dalla piattaforma informatizzata per la predisposizione dei Ptpct.
Il settimo Rapporto scaturisce dal monitoraggio delle Relazioni annuali 2022 redatte dai Responsabili per la prevenzione della corruzione e la trasparenza di 539 enti pubblici in rappresentanza di oltre i 2/3 dei pubblici dipendenti.
I dati elaborati per il Rapporto e le relative tavole di sintesi sono resi liberamente accessibili per chiunque voglia riutilizzarli.
Nel 2022, l’84% delle Amministrazioni ha dichiarato di non aver rilevato alcun evento corruttivo; solo il 5% riscontra anomalìe nell’acquisizione e progressione del personale (concorsi) e un altro 5% nell’affidamento di lavori, servizi e forniture (appalti).
L’81% delle amministrazioni pubbliche non ha ricevuto nessuna segnalazione, con una prevalenza tra quelle che non garantiscono l’anonimato del denunciante. Si conferma, quindi, che la mancanza di tutela della riservatezza rappresenta un disincentivo per il potenziale whistleblower.
Nel campione osservato, il monitoraggio ha evidenziato 6.341 procedimenti disciplinari per violazioni del codice di comportamento (circa 2,4 ogni mille dipendenti) e 648 per fatti penalmente rilevanti.
Tra gli eventi corruttivi il reato più diffuso è l’atto contrario ai doveri di ufficio, ma sono frequenti anche i casi di peculato, corruzione per l’esercizio della funzione, concussione e turbata libertà degli incanti.
Il quadro generale che emerge dall’analisi delle Relazioni annuali non mostra segnali di miglioramento nel corso degli anni. Ciò impone a tutti gli attori in gioco, di non abbassare la guardia nell’adozione di misure di prevenzione e repressione della corruzione nella pubblica amministrazione, per combattere questa piaga che limita le potenzialità di sviluppo dell’economia, la libera concorrenza tra le imprese fornitrici e la possibilità per i cittadini di usufruire di servizi pubblici efficienti.
Prospetti riepilogativi annuali 2014-2022