In barba alla legge il Governo prende tempo e rinvia al 1° ottobre la Nota di aggiornamento al Def

di Franco Mostacci
CONFERENZA STAMPA AL TERMINE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

E’ possibile modificare una legge attraverso un comunicato stampa? In Italia accade anche questo.

La vicenda ha inizio il 25 luglio scorso, quando l’Istat ha reso noto che le nuove stime del Pil, che tengono conto della revisione straordinaria per il passaggio al Sec 2010, saranno diffuse il 22 settembre (inizialmente erano calendarizzate per il 3 ottobre).

Le nuove regole di classificazione prevedono una consistente rivalutazione del Pil su tutta la serie storica, oltre che per l’aggiornamento delle fonti statistiche anche per l’inclusione del valore aggiunto relativo alle spese per ricerca e sviluppo, alle spese militari, all’economia illegale (droga, contrabbando, prostituzione). All’inizio dell’anno Eurostat ha stimato un aumento medio del livello di Pil compreso tra 1 e 2% per l’Italia. Un valore forse destinato ad essere rivisto al rialzo alla luce delle indicazioni provenienti da altri Paesi: il 3% in Germania, il 3,2% in Francia, il 3,6% nel Regno Unito, il 7,1% nei Paesi Bassi (media del periodo 2007-2013).

L’attesa dei nuovi dati sul Pil e soprattutto il loro effetto sui rapporti di finanza pubblica (deficit/Pil e debito pubblico/Pil) sta creando aspettative salvifiche superiori a quella che è la loro reale portata. Il miglioramento atteso del rapporto deficit/Pil, a rischio di sforamento del 3% dopo la ricaduta in recessione, è di appena un decimo di punto.

Con un comunicato del 20 agosto il Mef ha fatto sapere che “in considerazione del termine del 22 settembre prossimo indicato dall’ISTAT per la diffusione dei dati annuali sino al 2013 dei conti economici nazionali secondo il nuovo sistema europeo di calcolo SEC 2010, la Nota di Aggiornamento al DEF sarà disponibile per la discussione in Consiglio dei Ministri (non al Parlamento, ndr.) il primo ottobre 2014”.

Nessuna giustificazione viene fornita sulla inderogabilità della presentazione alle Camere entro il 20 settembre di ogni anno della Nota di aggiornamento al Def (articolo 7 comma 2 lettera b della Legge 196/2009).

Non solo. L’articolo 2 comma 3 del regolamento CE 479/2009 prevede che gli Stati Membri comunichino entro il 30 settembre di ogni anno alla Commissione, nell’ambito della Procedura per i deficit eccessivi (PDE) il disavanzo pubblico e il debito pubblico previsti per l’anno in corso.
La comunicazione è effettuata dall’Istituto Nazionale di Statistica che riceve dal Ministero dell’Economia i dati di previsione per l’anno in corso, che vanno ad integrare le stime aggiornate dei 4 anni precedenti.

Lo slittamento al 1° ottobre costituisce una violazione della Legge e per di più l’Istat fornirà il 30 settembre alla Commissione europea dati di previsione 2014 su indebitamento netto, debito pubblico e Pil che non sono stati ancora resi pubblici, né tantomeno sottoposti al Parlamento per le conseguenti deliberazioni.

Nulla al momento impedirebbe al Governo di rispettare il termine del 20 settembre per comunicare alle Camere la Nota di aggiornamento al Def e successivamente, entro il 30 settembre, di rivedere le stime del Pil per l’anno in corso a seguito della nuova serie storica diffusa dall’Istat. Tutt’al più poteva sembrare comprensibile, per evitare confusioni interpretative, fissare la diffusione della Nota al 23 settembre.

Con la ritardata pubblicazione al 1° ottobre il Governo prende tempo e sembra voler nascondere difficoltà di altra natura.

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