di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca
Il 31 gennaio 2014 ha segnato una data epocale per tutte le amministrazioni pubbliche, venendo a maturazione una serie di adempimenti in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione.
Le circolari dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (Avcp) hanno stabilito che, in applicazione della legge 190/2012 per la prevenzione della corruzione e del D.lgs 33/2013 sulla trasparenza e l’integrità della pubblica amministrazione, entro il 31 gennaio 2014 dovessero essere approvati dagli organi di vertice e pubblicati nei siti istituzionali:
il piano triennale anticorruzione (in prima applicazione riferito al periodo 2013-2016 secondo quanto disposto dal Piano nazionale anticorrruzione);
la relazione del responsabile per la prevenzione della corruzione sull’attività svolta nel 2013;
il piano triennale per la trasparenza e l’integrità 2014-2016;
il codice di comportamento dei dipendenti pubblici dell’ente (a integrazione di quello nazionale di cui al DpR 62/2013);
una serie di informazioni relative ai bandi di gara pubblici, in formato digitale standard aperto, da inviare anche all’Avcp.
Chi si aspettava che il 1° febbraio 2014 la sezione “Amministrazione Trasparente” del sito del Cnr cambiasse completamente volto, è andato deluso, perché non è stato aggiunto nessuno dei contenuti previsti dalla normativa vigente.
Che anche su trasparenza e lotta alla corruzione il Cnr non fosse partito con il piede giusto, lo si era capito quando è stato nominato responsabile nientedimeno che il direttore generale dell’ente, nonostante le raccomandazioni contenute in una circolare della Funzione Pubblica. Per di più non è stato neanche individuato il titolare del potere sostitutivo, ovvero di colui al quale rivolgersi se il responsabile in primis dovesse fare orecchie da mercante.
Anche l’Anac, nel Rapporto di monitoraggio sugli obblighi di trasparenza 2013, ha rilevato fin dal 31 ottobre 2013 una serie di inadempienze del Cnr che, a distanza di tre mesi, persistono ancora.
L’Anac, infatti, ha evidenziato: la mancanza sia delle attestazioni di avvenuta verifica dell’insussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto d’interesse, sia delle dichiarazioni rese dai diretti interessati; che non risulta esplicitata la data di aggiornamento delle singole pagine del sito; che non sembrano essere state recepite le integrazioni di cui all’allegato 1 della delibera Civit n. 50/2013; che l’organigramma grafico si riferisce solo all’amministrazione centrale ed è privo di collegamenti ipertestuali; che l’aggiornamento dell’elenco dei consulenti è fermo ad ottobre 2011; che i dati relativi a bandi di gara e contratti non sono conformi alle modalità indicate dalla delibera Avcp n. 26/2013 e che non risulta pubblicata la tabella riassuntiva; che mancano le indicazioni relative all’onere gravante sul bilancio dell’amministrazione per ciò che riguarda gli enti controllati e le società partecipate; che non sono indicati i termini e i responsabili dei procedimenti; che, infine, mancano i tempi medi di erogazione dei servizi.
A tutto ciò si deve aggiungere che non è stata ancora creata la sottosezione “Accesso civico”, che deve contenere le modalità con le quali qualunque cittadino può richiedere al Cnr di integrare nella pagina “Amministrazione trasparente” le informazioni previste dal D.lgs 33/2013 e non ancora implementate.
Il Cnr, pertanto, piuttosto che imboccare quella della trasparenza, sembra proseguire spedito sulla strada dell’opacità, proprio mentre la Commissione europea ha diffuso un preoccupante rapporto sulla corruzione.
Per sperare che qualcuno intervenga, non resta che rivolgersi all’Autorità competente, quanto meno per far applicare le sanzioni individuali nei confronti dei responsabili.