di Franco Mostacci
pubblicato su Il Foglietto della Ricerca
La “Perizia Marconi” del dottor Andrea Micheli, dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, avente carattere di incidente probatorio in sede penale, non lasciava adito a dubbi sugli effetti nocivi dell’inquinamento da elettrosmog di Radio Vaticana.Gli oltre 150mila residenti di Cesano, alle porte di Roma, e dei comuni limitrofi, sono rimasti esposti per numerosi anni ad emissioni ben oltre i limiti di cautela.
Il rigoroso studio epidemiologico, conclusosi a giugno dello scorso anno dopo 4 anni di analisi di tipo caso-controllo, in cui sono stati considerati anche possibili fattori confondenti (la vicinanza di MariTele, lo stile di vita e la esposizione ad altri possibili agenti inquinanti), ha riconosciuto che i 137 decessi avvenuti nel periodo 1997-2003 e i 47 casi di leucemie e linfomi infantili nel periodo 1989-2005 sono davvero troppi.
Nelle conclusioni si legge che l’associazione tra esposizione residenziale all’emittente ed eccesso di rischio di morte per leucemia è ritenuta importante, coerente e significativa.
Nei giorni scorsi si è concluso un altro procedimento penale con il deposito delle motivazioni della sentenza n. 23262 della Corte di Cassazione e la definitiva condanna degli allora responsabili di Radio Vaticana, anche se i reati sono ormai prescritti.
Nel frattempo, l’Associazione di genitori e cittadini Bambini senza onde prosegue la sua battaglia, con denunce relative ai nuovi casi insorti.
A fronte dell’atteggiamento di chiusura di Padre Lombardi, che ritiene i ripetitori di Radio Vaticana perfettamente in regola dal 2001 con i limiti imposti dalla normativa italiana, non resta che sperare nelle parole di Benedetto XVI pronunciate nei giorni precedenti il referendum sul nucleare: “L’uomo a cui Dio ha confidato la buona gestione della natura non può essere dominato dalla tecnica e diventare suo soggetto”.
Augurandosi che si traducano al più presto in una definitiva chiusura dell’impianto di radiotrasmissione di Cesano.