di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca
L’intricata storia del Muos, di cui si è occupato la scorsa settimana il Foglietto, si arricchisce di nuovi documenti e considerazioni. La relazione dell’Istituto superiore di sanità, che secondo l’ente di viale Regina Elena poteva essere diffusa solo dalle amministrazioni richiedenti, ora è in possesso del nostro settimanale e ci permette di approfondire la scottante vicenda, che interessa migliaia di cittadini.
L’11 marzo 2013, nel corso della riunione a Roma tra Governo (Monti) e Regione Sicilia fu deciso, infatti, di affidare ad un organismo tecnico indipendente (Istituto Superiore di Sanità eventualmente in raccordo con l’Ispra) “uno studio approfondito e in tempi brevi di valutazione dell’impatto sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni interessate delle emissioni elettromagnetiche anche in caso di utilizzo alla massima potenzialità degli impianti”.
A parte la contraddizione tra la necessità di uno studio approfondito e la brevità, peraltro non quantificata, del tempo concesso, il mandato all’Istituto superiore di sanità (Iss) era ben chiaro e scaturiva dall’esigenza di rispondere alle preoccupazioni delle popolazioni locali relativamente all’installazione del Muos nel territorio del comune di Niscemi.
L’Iss si mette subito al lavoro e nel giro di tre mesi produce una relazione preliminare ancorché priva delle misurazioni sul campo effettuate dall’Ispra. Nel definire il mandato affidatogli, l’Iss precisa che deve valutare l’impatto sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni interessate delle emissioni elettromagnetiche, omettendo: “anche in caso di utilizzo alla massima potenzialità degli impianti” . Certo, potrebbe trattarsi di una svista, ma si deve considerare che gli esperti nominati dal comune di Niscemi hanno evidenziato un aspetto critico della perizia, proprio nell’impossibilità di verificare l’impatto con l’impianto funzionante al massimo delle sue capacità.
I motivi di tale impossibilità sono essenzialmente che il Muos deve ancora essere costruito e che non è consentito accedere nella base militare Usa per testare le apparecchiature già installate e funzionanti.
Dalla documentazione finora prodotta in giudizio, sembra che la relazione preliminare dell’Iss non abbia comunque inciso nel pronunciamento del Tar della Sicilia, che il 9 luglio ha respinto la richiesta del Ministero della Difesa di far riprendere i lavori di costruzione del Muos, invocando il principio di precauzione anche in relazione a possibili interferenze con il traffico aereo.
Passano appena tre giorni dalla decisione del Tar ed è già pronta la relazione conclusiva dell’Iss, di cui Il Foglietto è in possesso, che, forte dell’etichetta di organismo tecnico indipendente ricevuta da Governo e Regione Sicilia, esclude la pericolosità del Muos. Ma anche qui le sorprese non mancano. Si legge, infatti, che all’Iss sarebbe stato affidato “uno studio, da effettuare in tempi brevi, di valutazione dell’impatto sulla salute della nuova installazione” .
A parte il fatto che pare ci si debba occupare delle condizioni di salute del Muos e non di quelle della popolazione di Niscemi, si colgono differenze sostanziali rispetto alla dicitura originale. Lo studio non dovrebbe più essere “approfondito”; è scomparsa la valutazione di impatto sull’ambiente e, come detto prima, anche la verifica in caso di utilizzo degli impianti alla massima potenza.
Si tratta di differenze che non possono non incidere sulla bontà dello studio, che difatti si conclude con una importante e inquietante ammissione. “La natura puramente teorica delle valutazioni qui riportate impone comunque la necessità di verifiche strumentali successive alla messa in funzione delle antenne del sistema Muos, qualora quest’ultime vengano effettivamente installate”.
Il fatto che l’ente terzo incaricato della perizia abbia stravolto il compito affidatogli, non sembra però aver preoccupato più di tanto il Governatore della Regione Sicilia Rosario Crocetta che, proprio basandosi sulla relazione dell’Iss, con una fretta inusitata, il 24 luglio ha disposto l’annullamento del provvedimento di revoca alla costruzione del Muos, così ridando il via libera ai lavori.
Un duro colpo per chi era convinto che Crocetta fosse schierato a difesa del suo territorio e della salute dei siciliani. Con la sua decisione, infatti, ha fatto venir meno l’efficacia dell’ordinanza del Tar che, invocando l’applicazione del principio di precauzione, aveva negato la sospensiva del provvedimento emesso in precedenza dallo stesso Crocetta, a seguito del quale i lavori erano stati bloccati.
A questo punto, atteso che il ricorso del Ministero della Difesa è ormai destinato ad estinguersi per cessata materia del contendere, non resta che attendere gli sviluppi dell’altro ricorso pendente sempre innanzi al Tar Sicilia, quello promosso nel 2011 dal Comune di Niscemi contro la costruzione del Muos, in cui, incredibile dictu, la Regione Sicilia con atto di intervento del 27 febbraio 2013 si è schierato al fianco del Comune ricorrente.
Con l’ordinanza 2713/2012 il Tar della Sicilia, proprio in merito al ricorso proposto dal Comune di Niscemi, ha chiesto al prof. Marcello D’Amore, tramite l’Università La Sapienza di Roma, di rispondere ai seguenti quesiti:
1) qual è l’effettiva consistenza e quali sono gli effetti delle emissioni elettromagnetiche generate dall’impianto Muos e dagli impianti di radiotrasmissione già esistenti presso la stazione radio di Niscemi?
2) tali emissioni sono conformi alla normativa nazionale e regionale in materia di tutela dalle esposizioni elettromagnetiche e di tutela ambientale delle aree Sic, nonché a quella antisismica?
La relazione del prof. D’Amore dimostra che gli studi finora effettuati non sono sufficienti a fugare i dubbi sulla pericolosità dell’impianto anche se nella sua verifica non ha fatto alcun riferimento alla relazione dell’Iss, a lui ancora non nota.
Quanto basta per dire che, se si vuole, come si deve, garantire ai cittadini di Niscemi il principio della precauzione, occorre effettuare e completare in maniera rigorosa tutte le verifiche tecnico-scientifiche, prima di assumere decisioni che, se fossero affrettate, come oggi appaiono quelle prese dal governatore Crocetta, potrebbero compromettere irrimediabilmente la salute dei cittadini.