di Franco Mostacci e Monica Montella
pubblicato su LaVoce.Info Rischio flop per il Pnrr dell’infanzia
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Il piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia costituisce un investimento strategico per l’implementazione del PNRR, con i Comuni incaricati della sua attuazione. Lo stato di avanzamento dei lavori al 13 dicembre 2024 mostra segnali di difficoltà che potrebbero determinare ritardi difficili da recuperare, soprattutto considerando che le opere dovranno essere concluse e collaudate entro giugno 2026.
Nell’anno scolastico 2017-2018 l’offerta di asili nido in Italia copriva solo il 25% dei bambini 0-3 anni, con notevoli disparità territoriali (Istat, 2020). Questo dato è inferiore sia alla media europea del 35% che all’obiettivo minimo del 33% fissato dall’UE, ora aggiornato alle esigenze del nuovo decennio rispetto ai target originari del Consiglio di Barcellona del 2002. La carenza di servizi per la prima infanzia è riconosciuta come uno dei principali fattori che alimentano la denatalità e la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, limitando così il potenziale di crescita economica del Paese.
La carenza di servizi per la prima infanzia è riconosciuta come uno dei principali fattori che alimentano la denatalità e la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, limitando così il potenziale di crescita economica del Paese
Il PNRR ha individuato nel miglioramento dei servizi educativi per la fascia 0-6 anni una priorità strategica. Il piano mira non solo a colmare il divario rispetto alla media europea nella copertura dei servizi per l’infanzia, ma contribuisce anche al raggiungimento di diversi Obiettivi dell’Agenda 2030. In particolare, l’Obiettivo 4 (educazione inclusiva e di qualità) e, indirettamente, l’Obiettivo 5 (parità di genere), grazie alla riduzione del carico di cura che grava principalmente sulle madri. Gli interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli edifici contribuiscono inoltre all’Obiettivo 7 (energia pulita).
Piano asili nido/scuole infanzia e servizi per l’educazione del Pnrr per Regione
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Inizialmente, il Piano prevedeva un investimento di 4,6 miliardi di euro per la creazione di 264.480 posti, senza distinzione tra asili nido (0-2 anni) e scuole per l’infanzia (3-6 anni). Tuttavia, con la revisione del 2023, i fondi sono stati ridotti a 3,24 miliardi, ridimensionando l’obiettivo a 150.480 posti, senza stabilire formalmente obiettivi separati per le due tipologie di fascia[1].
Al 13 dicembre 2024 su Regis risultano 3.199 progetti[2] per un valore complessivo di 4,57 miliardi di euro, di cui 3,97 a carico del PNRR[3]. Al momento ci sono finanziamenti che eccedono di 750 milioni lo stanziamento previsto per l’investimento. Da qui alla conclusione del Pnrr (giugno 2026) alcuni progetti attualmente presenti potrebbero essere annullati, perché non più allineati con gli obiettivi o con i tempi di realizzazione.
Complessivamente, i 2.345 comuni coinvolti rappresentano 38,6 milioni di abitanti, di cui 2,1 milioni nella fascia 0-6 anni[4] su 3,1 milioni residenti in tutta Italia, pari a due terzi della popolazione target. La copertura è quasi totale in Puglia (91,5%) e molto alta in Campania, Lazio, Sicilia, Calabria e Abruzzo, mentre è appena un terzo in Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.
Alla Campania va il 16% dei finanziamenti previsti, seguita dalla Puglia con il 10,4%, la Lombardia 9,8% e la Sicilia (9,2%).
In termini pro capite, ovvero rispetto alla popolazione di età 0-6 al 31 dicembre 2021, lo stanziamento maggiore va al Molise (4.834 euro per bambino), seguito da Abruzzo (3.337 euro) e Calabria (2.766 euro).
Nelle regioni del Sud (esclusa la Sardegna) e nel Lazio i pagamenti, generalmente proporzionali allo stato di avanzamento dei lavori, sono inferiori alla media nazionale (19,1%) e in Sicilia non arrivano al 10%. Di contro in Valle d’Aosta è stata già corrisposta più della metà dell’importo finanziabile,
La durata media prevista dei progetti è di circa 3 anni e non si rilevano differenze significative tra le regioni.
Le amministrazioni comunali giocano un ruolo chiave nell’attuazione della misura, soprattutto nelle aree svantaggiate del Mezzogiorno, a cui è stato assegnato il 54,2% delle risorse. Tuttavia, questa percentuale potrebbe essere rivista al ribasso in caso di ritardi significativi nei territori meridionali. Nonostante ciò, l’assegnazione delle risorse non sembra aver tenuto conto della maggiore domanda di servizi educativi nelle diverse aree territoriali.
Un caso emblematico è quello del comune di Rosello (CH), che con soli 166 abitanti e un solo bambino sotto i 6 anni ha ottenuto il finanziamento di due progetti: 3,1 milioni di euro per l’adeguamento sismico di un centro polifunzionale (sollevando il dubbio, al di là della sua utilità, sulla piena coerenza con la misura finanziata) e 2 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione di un edificio pubblico destinato ad asilo nido e scuola dell’infanzia.
Piano asili nido/scuole infanzia e servizi per l’educazione del Pnrr per classe di ampiezza dei Comuni
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Rispetto alla classe di ampiezza dei Comuni, la distribuzione dei progetti evidenzia una significativa frammentazione che potrebbe influire negativamente sulla realizzazione degli interventi. Più della metà dei progetti è assegnata a Comuni fino a 10 mila abitanti, che gestiscono meno di un terzo della popolazione 0-6 anni e hanno minori capacità amministrative e finanziarie. Ciò potrebbe rallentare l’attuazione degli interventi.
Tra i Comuni di maggiori dimensioni, un maggior numero di progetti e di risorse si concentrano a Napoli (26, per 43,5 milioni di euro); Roma (12, per 24,8 milioni di euro); Bari (9, per 18,4 milioni di euro); Palermo (18, per 17 milioni di euro); Bologna (4, per 16,3 milioni di euro); Firenze (14, per 14,2 milioni di euro).
Interventi significativi sono in corso anche in Comuni di medie dimensioni. A Vittoria, in provincia di Ragusa, città di 62 mila abitanti commissariata per mafia dal 2018 al 2021, sono stati destinati 14,6 milioni di euro del PNRR per realizzare quattro nuove strutture scolastiche per l’infanzia e riconvertire una parte di un edificio scolastico esistente. Questo rappresenta un’importante opportunità di riscatto per il territorio, ma richiede una stretta vigilanza per prevenire possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione degli appalti.
A Montesilvano, in provincia di Pescara, città di 53 mila abitanti, sono in corso ben 10 progetti per oltre 14 milioni di euro. Anche qui gli interventi puntano a rafforzare significativamente l’offerta educativa per la prima infanzia, contribuendo al miglioramento complessivo dei servizi sul territorio.
Piano asili nido/scuole infanzia e servizi per l’educazione del Pnrr per tipologia di intervento
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Oltre la metà degli interventi riguarda la costruzione di nuovi edifici destinati ad asili nido o scuole dell’infanzia, assorbendo quasi i due terzi dei finanziamenti complessivi. La durata media prevista per la sola fase di esecuzione è di circa 20 mesi, senza differenze significative tra le diverse tipologie di progetti. Tuttavia, includendo le fasi preliminari e quelle successive all’esecuzione, i tempi si estendono ulteriormente.
Visti i tempi medi di attuazione, i progetti del Nuovo Piano Asili Nido del 2024 sono quelli maggiormente a rischio di incompiutezza entro metà 2026. Un’accelerazione finale per rispettare le scadenze, potrebbe compromettere la qualità dei lavori e portare a interventi non conformi agli standard tecnici e funzionali, con il rischio di rendere inutilizzabili in futuro le strutture.
Entro metà dicembre 2024, per la realizzazione dell’intervento erano stati spesi complessivamente 758 milioni di euro, circa un quinto dell’importo finanziabile dal Pnrr, meno di quanto previsto dal cronoprogramma finanziario. Tuttavia, negli appalti non esiste una correlazione diretta tra lo scorrere del tempo e i pagamenti effettuati, e la somma spesa finora non costituisce un indicatore significativo di problematiche o ritardi nell’esecuzione.
I posti finora realizzati sarebbero 2.497, ma non è detto che le cifre corrispondano alla realtà. L’investimento numericamente più rilevante riguarda il comune di Adro in provincia di Brescia e prevede la ristrutturazione di un centro polifunzionale in via Castello con l’attivazione di 92 posti per gli asili nido e 234 per la scuola materna, ma a fine 2024 i lavori sono ancora in corso. Altri 150 posti di scuola materna sono previsti dall’adeguamento sismico della scuola dell’infanzia Giovanni Pascoli nel comune di Caldogno a Vicenza, ma trattandosi di sola riqualificazione e non creazione di posti aggiuntivi, l’intervento potrebbe non rientrare nei requisiti previsti per i finanziamenti del Pnrr. Analoga sorte potrebbe toccare ad altri interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza di edifici che già ospitano scuole dell’infanzia.
La ricognizione effettuata dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio si concentra in modo più pertinente sull’iter procedurale e sullo stato di avanzamento dei lavori, analizzando le informazioni presenti sulla piattaforma Regis, il cui aggiornamento da parte dei soggetti attuatori dei singoli progetti risulta ancora assai carente.
“Lo stato di avanzamento dei 3.199 progetti censiti in ReGiS può essere osservato analizzando la fase di realizzazione (programmazione, progettazione, affidamento, esecuzione, conclusiva) e il relativo stato (da avviare, in corso, concluso). Nessun progetto risulta nella fase iniziale di programmazione, mentre 81 progetti, per un finanziamento assegnato di 82,6 milioni e tutti inerenti al Nuovo piano asili nido, sono nella fase di progettazione. Poco più di 2.240 progetti (3,1 miliardi) sono nella fase di esecuzione; di questi, circa il 92 per cento (2,9 miliardi) è in corso di realizzazione. Poco più di 420 progetti (426,7 milioni) hanno completato la fase di esecuzione collocandosi in quella conclusiva (collaudo e verifica); di questi, 88 sono conclusi. Infine, per 440 progetti (372,5 milioni), tutti appartenenti al Nuovo piano asili nido, non sono ancora presenti informazioni”.
La fase di esecuzione, la più lunga e articolata, prevede pagamenti legati a specifici avanzamenti contrattuali, ma i dettagli su questi passaggi non sono disponibili nel catalogo Open Data di Italia Domani. Tuttavia, la piattaforma consente di individuare i progetti ancora non completati al 13 dicembre 2024, evidenziando eventuali ritardi rispetto alle scadenze previste e progetti la cui fine prevista o effettiva era antecedente.
Esecuzione dei progetti del Piano asili nido/scuole infanzia e servizi per l’educazione del Pnrr in ritardo al 13 dicembre per regione e tipologia di avviso
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Al 13 dicembre 2024, sugli oltre 2 mila progetti in esecuzione, 352 risultano in ritardo rispetto alla scadenza prevista per l’esecuzione, per un valore complessivo di 377 milioni di euro, con una lieve prevalenza nelle regioni del Sud. La maggior parte dei progetti in ritardo riguarda: il DPCM di fine 2020, antecedente al PNRR (48 progetti per 65 milioni di euro); il primo avviso PNRR per la raccolta di proposte di dicembre 2021 (300 progetti per 309 milioni di euro); per il secondo avviso di maggio 2024, i 4 progetti in ritardo sembrano essere dovuti a un’errata indicazione delle date. I ritardi si concentrano maggiormente nei Comuni più piccoli.
Il Piano Asili Nido e Scuole Materne rappresenta un investimento strategico per il Pnrr in Italia, con un impatto decisivo sull’autonomia differenziata e sui livelli essenziali delle prestazioni. Con 3,24 miliardi di euro di sussidi non rimborsabili stanziati, il suo successo è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del Piano. Per affrontare le criticità e supportare gli enti locali, sono state adottate diverse misure, tra cui: accordi quadro con Invitalia per centralizzare le committenze; collaborazioni con Consip per semplificare le procedure amministrative e gli appalti; l’istituzione di task force per l’edilizia scolastica coordinate con le Prefetture; semplificazioni normative e poteri commissariali ai Comuni.
Tuttavia, lo stato di avanzamento dei lavori dimostra che questi interventi non sono sufficienti. Per garantire il successo del Piano, è indispensabile un monitoraggio continuo e puntuale sui singoli progetti, partendo dall’aggiornamento tempestivo di Regis e dalla verifica dell’attendibilità dei dati forniti dai soggetti attuatori. Solo così si potranno correggere in tempo le criticità, sfruttando i poteri sostitutivi previsti dal Pnrr.
Nel frattempo, i Comuni dovranno attrezzarsi per
garantire il servizio, destinando nuove risorse alla spesa corrente, nel
rispetto degli equilibri di bilancio. In caso contrario, le strutture rischiano
di restare inutilizzate o di essere cedute ai privati.
Nonostante le
rassicurazioni del governo, i dati mostrano che raggiungere l’obiettivo di
creare 150.480 nuovi posti nei prossimi 18 mesi risulta alquanto difficile.
[1] A seguito delle dinamiche inflattive e dell’aumento dei costi nell’edilizia, la misura e stata oggetto di revisione da parte della Commissione europea sia in ordine al target che al costing dell’intervento (Quinta relazione del Governo al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr).
[2] I progetti sono stati assegnati in tre fasi distinte: con il DPCM del 30 dicembre 2020 (precedente al PNRR) sono stati finanziati 368 progetti per un totale di 698 milioni di euro, di cui 599 milioni a carico del PNRR. Attraverso l’avviso pubblico di dicembre 2021, sono state raccolte e approvate 2.065 proposte, con un finanziamento complessivo di 3,2 miliardi di euro, di cui 2,7 miliardi coperti dal PNRR. Con il nuovo Piano asili nido dell’avviso pubblico di maggio 2024, sono stati recuperati 766 progetti, finanziati con 696 milioni di euro, di cui 636 milioni provenienti dal PNRR.
[3] Oltre ai vari finanziamenti disponibili, i principali includono il Fondo opere indifferibili (Bilancio dello Stato) con 248 milioni di euro e le risorse aggiuntive stanziate direttamente dai Comuni nei propri bilanci per 255 milioni di euro.
[4] Popolazione al 31 dicembre 2021 (fonte: Istat Demo).