Archivi tag: debito pubblico

Gli effetti negativi dei fattori del debito pubblico sulla vita reale

di Monica Montella e Franco Mostacci
pubblicato su Scenari economici

Di solito si associa la crescita del debito pubblico all’incremento degli interessi passivi, ma questa è una verità parziale perchè l’accumulazione del debito pubblico dipende da due fattori: l’indebitamento netto (o saldo del conto economico consolidato della pubblica amministrazione) e il raccordo disavanzo-debito (o saldo dei flussi finanziari). Continua a leggere

Il Tesoro aumenta le disponibilità liquide di cassa e il debito pubblico continua a crescere. Perché?

di Monica Montella e Franco Mostacci
pubblicato su Scenari economici

Grazie alle anticipazioni tributarie e ai pagamenti ritardati, a giugno 2013 le casse dello Stato hanno mostrato una disponibilità di 14,1 miliardi di euro. Tutto lasciava ritenere che il debito pubblico potesse ridursi di altrettanti miliardi, frenando l’inarrestabile corsa verso l’alto. Ma così non è stato. Continua a leggere

Monitoraggio congiunturale dei conti pubblici

a cura di Monica Montella e Franco Mostacci
pubblicato su Scenari Economici

Gli studi dell’OCSE, del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione Europea, hanno evidenziato che uno dei requisiti che un sistema di bilancio deve avere per assicurare il controllo efficace della spesa, è la trasparenza verso il Parlamento e l’opinione pubblica. Continua a leggere

Il debito pubblico e i fattori che lo determinano

a cura di Monica Montella e Franco Mostacci
pubblicato su Scenari Economici

La dimensione del debito pubblico italiano, causato principalmente dall’elevata spesa per interessi, sta soffocando ogni prospettiva di crescita economica con ripercussioni devastanti anche sullo stato sociale. Prima che si arrivi ad un punto di non ritorno, il Governo dovrebbe attivare strumenti di politica economica tali da ricondurre lo stock di debito pubblico entro livelli di sostenibilità. Il timore di default dei debiti sovrani di alcuni Paesi, ha indotto l’Europa a definire rigidamente la sostenibilità del debito pubblico innescando un meccanismo di vincoli alla spesa pubblica che impediscono il rilancio della crescita economica. Continua a leggere

Nel primo trimestre 2013 segnali negativi sui conti pubblici italiani

a cura di Monica Montella e Franco Mostacci
pubblicato su Scenari Economici

Il saldo primario che nel primo trimestre 2013 è risultato negativo per 9,6 miliardi di euro, ha un valore annualizzato[1] rispetto al Pil pari al 2,3%, leggermente inferiore alla stima governativa contenuta nel Def del 2013 (2,4%). Per mantenere l’obiettivo fino alla fine dell’anno, i conti pubblici dovranno replicare l’ottima performance del 2012 e quindi far registrare nei prossimi tre trimestri del 2013 un avanzo primario non inferiore ai 45 miliardi di euro. Un risultato ambizioso alla luce della politica economica che conduce l’attuale Governo. Continua a leggere

Previsioni di finanza pubblica nell’UEM: governi al fact checking

a cura di Monica Montella, Franco Mostacci
pubblicato su Scenari Economici

In primavera, con la trasmissione alla Commissione Europea dei dati di finanza pubblica e dei documenti previsti dal semestre europeo, i Paesi dell’Unione Europea hanno stilato un primo consuntivo dell’anno appena trascorso e hanno esplicitato i loro obiettivi per il 2013. Nel 2012 si è avuto uno scostamento, tra il preventivo e il consuntivo, nei livelli dei principali aggregati di finanza pubblica, intaccando la credibilità dei Governi dell’area UE. C’è da temere che anche nel 2013 l’accuratezza delle previsioni possa essere negativamente influenzata dalla recessione. Continua a leggere

Sul deficit, Italia promossa dalla Ue. Sì, ma con quali vantaggi?

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

saccomanni

Con un grande sospiro di sollievo il 29 maggio il Governo ha accolto la notizia che la Commissione Europea ha chiuso la procedura per disavanzo eccessivo dell’Italia aperta nel 2009, allorquando era stato diagnosticato un disavanzo pari al 5,3% del Pil (successivamente rivisto al 5,5%), superiore al valore di riferimento del 3% stabilito dal Patto di stabilità e crescita.

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