Per i precari Istat gli esami non finiscono mai

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

Con il completamento delle procedure concorsuali i nodi delle aspettative dei precari dell’Istat sono purtroppo venuti al pettine.

precari

Dopo essere stati illusi per anni dalla dirigenza dell’Istat e da certi sindacati, l’assunzione in ruolo di 87 collaboratori tecnici di VI livello li ha ricondotti all’amara realtà, come si legge in un comunicato pubblicato sul loro blog.

Tra i vincitori del concorso ci sono solo 46 precari già in forza all’Istat da almeno 2 anni su un totale di quasi 400 contrattisti, di cui circa un terzo ricercatori/tecnologi di terzo livello e due terzi collaboratori tecnici di sesto livello.

Alcuni di essi sono retrocessi da un contratto a termine di ricercatore/tecnologo a uno di Cter a tempo indeterminato. E sono i più fortunati, nonostante siano stati penalizzati sotto il profilo economico dallo scarso preavviso per l’assunzione.

Qualcun altro (ma pur sempre pochi) dovrà attendere che dal turn over dei prossimi anni si reperiscano i fondi per coprire tutti i 115 posti messi a concorso. E pensare che la copertura per le assunzioni era già stata trovata, ma l’Amministrazione si è fatta autorizzare a utilizzare i fondi per lo scorrimento di graduatorie di I e II livello, di cui (forse) si poteva fare a meno.

Una flebile speranza di scorrimento futuro delle graduatorie possono nutrirla gli idonei.

Ma la maggior parte dei precari (più di 250 lavoratori) al momento non ha prospettive di rimanere all’Istat alla scadenza del contratto. E dire che si tratta di persone che hanno già superato una selezione concorsuale, talvolta di livello persino superiore rispetto a quello per il quale ora non hanno nemmeno conseguito l’idoneità.

Se i parametri di giudizio nei concorsi non sono cambiati, si deve ritenere che la permanenza all’Istat nuoce gravemente alla salute intellettuale di chi ci lavora.

E pensare che in un recente passato è accaduto esattamente il contrario. Persone non idonee a un concorso pubblico a VI Cter si sono ritrovate stabilmente all’Istat in un livello perfino superiore, talvolta non di poco. Beati loro!

Misure della povertà minorile in Italia

di Monica Montella e Franco Mostacci [1]
(versione PDF)

Lo studio ha costituito la base statistica per il rapporto Save the Children – “Il Paese di Pollicino
pubblicato su Rivista prospettive sociali e sanitarie – novembre 2012

Sintesi

Nel clima economico attuale, con la presenza di una forte recessione, con il consolidamento delle misure fiscali, le liberalizzazioni, le semplificazioni amministrative e i tagli dei finanziamenti pubblici, è di notevole importanza conoscere le dimensioni e le caratteristiche strutturali della povertà per destinare in maniera efficace le scarse risorse disponibili a sostegno dei nuclei familiari più deboli. Continua a leggere

I costi della crisi pagati dai più deboli

di Monica Montella, Franco Mostacci e Paolo Roberti
pubblicato su LaVoce.info

Se nel 2010 l’economia italiana ha dato un leggero segnale di ripresa, non altrettanto si può dire dei redditi delle famiglie, che hanno accumulato una pesante perdita del potere d’acquisto. Come era già accaduto nel biennio precedente, è soprattutto il reddito delle famiglie più povere a cadere. I dati mostrano che sono in larga parte nuclei familiari il cui il capofamiglia è donna, ha una scarsa istruzione, non ha lavoro, è single, monoreddito e risiede nel Meridione. Alla riforma del mercato lavoro va dunque chiesto di tutelare anche le fasce più deboli della società. Continua a leggere

Quando l’antenna di Dio non inquinerà più?

di Franco Mostacci
pubblicato su Il Foglietto della Ricerca

radio_vaticana

La “Perizia Marconi” del dottor Andrea Micheli, dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, avente carattere di incidente probatorio in sede penale, non lasciava adito a dubbi sugli effetti nocivi dell’inquinamento da elettrosmog di Radio Vaticana. Continua a leggere

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