(aggiornato il 22 agosto 2024)
L’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio degli enti locali, prevista dal D.lgs 118/2011 è divenuta pienamente operativa con il Rendiconto 2016. Il Conto del bilancio, il Conto economico, lo Stato patrimoniale e il Piano degli indicatori e dei risultati sono pubblicati sul sito internet di ciascun Comune nella sezione Amministrazione trasparente –> Bilanci subito dopo l’approvazione del Rendiconto annuale, che deve avvenire entro il 30 aprile dell’anno successivo. Il Piano degli indicatori e dei risultati di rendiconto degli enti locali (di seguito Piano degli indicatori o Piano), è un sistema di rapporti statistici normalizzati, costruiti secondo criteri e metodologie comuni, che consente di confrontare in maniera omogenea numerosi aspetti dei bilanci comunali. Ciascuna categoria che compone il Piano degli indicatori è stata trasformata in punteggi standardizzati, dai quali si ricava un indicatore sintetico della capacità di amministrazione dei Comuni[1].
Rendiconto 2023 (dati provvisori)
Nell’ambito del monitoraggio sul bilancio finanziario ed economico-patrimoniale dei 32 comuni italiani di maggiori dimensioni, si anticipano i risultati provvisori relativi a 29 comuni.
Non sono stati ancora pubblicati i bilanci di Palermo, Catania e Messina che, come accade da diversi anni, non rispettano i termini di legge previsti. Per essi sono stati replicati i dati di bilancio e gli indicatori dell’esercizio 2022.
Sintesi dei principali risultati
- La quota delle entrate proprie è il 71,3% di quelle finali, invariata rispetto allo scorso anno, soprattutto per i 700 milioni in più rispetto al 2022 di contributi agli investimenti (in prevalenza attribuibili ai finanziamenti dei progetti locali del Pnrr), versati dallo Stato ai Comuni.
- Tra le uscite in forte crescita gli investimenti fissi lordi e i contributi agli investimenti, che sfiorano i 4 miliardi di euro, 1,1 in più del 2022.
- Le disponibilità di cassa ammontano a circa 10 miliardi e tutte le città possono contare su un buon margine di liquidità.
- Il disavanzo complessivo è stato di 3,2 miliardi di euro (277 milioni in meno), di cui quasi 2 solo a Napoli; i debiti da finanziamento sono 16,5 miliardi (400 milioni in meno). In crescita di oltre un miliardo il patrimonio netto.
- Aumentano di 675 milioni i residui attivi (quasi 30 milardi di somme non riscosse) e diminuiscono di 790 quelli passivi (circa 10 miliardi non pagati).
- Il Fondo crediti di dubbia esigibilità (somme che difficilmente saranno incassate) è di complessivi 15,6 miliardi (di cui 6,5 a Roma), più della metà dei residui attivi complessivi.
- Sono 22 le città in avanzo (per il primo anno Perugia e Foggia) e le restanti 10 in disavanzo (tutte al centro sud tranne Torino).
- Su ogni residente grava mediamente un debito finanziario di 1.698 euro nei confronti dell’amministrazione locale (28 in meno del 2022). L’indebitamento pro-capite è massimo a Torino (3.407 euro), Napoli (3.123 euro), Milano (3.097 euro), Salerno (2.930 euro), Roma (2.250 euro, incluso il debito storico a carico della gestione commissariale).
- Il pagamento delle fatture commerciali viene mediamente effettuato entro i 30 giorni previsti, nonostante i quasi 5 mesi di ritardo a Napoli.
- La percentuale di riscossione delle entrate di natura tributaria, contributiva e perequativa (Titolo 1) è pari al 53% del valore accertato, invariata rispetto al 2022.
- La capacità di pagamento degli impegni di spesa per diritti sociali, politiche sociali e famiglia (Missione 12) cresce dal 64% al 67%.
- L’incidenza della spesa per le missioni a maggior impatto per i cittadini sul totale degli impegni di spesa (al netto delle partite di giro) è del 58%, 1 punto in più dello scorso anno.
- Ogni dipendente comunale costa mediamente 370 euro per cittadino, con ampie differenze territoriali.
L’indicatore sintetico della capacità di amministrazione vede al primo posto Venezia, seguita da Brescia e Modena; con 22 città che totalizzano punteggi positivi. Agli ultimi posti Napoli, Salerno e Catania.
In Open data la serie storica dei bilanci e degli indicatori di tutte e 32 le città e una relazione per le 9 principali (Palermo non è ancora disponibile) che include anche dati di contesto.
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Rendiconto 2022
L’analisi del rendiconto di gestione dei principali comuni italiani si pone l’obiettivo di:
– aggregare i dati del bilancio finanziario ed economico-patrimoniale dei 32 comuni italiani di maggiori dimensioni (comprendono circa un quinto del totale della popolazione) per offrire un quadro di sintesi di un importante settore della finanza locale;
– valorizzare il contenuto informativo del Piano degli indicatori, anche in un’ottica di confronto sintetizzata mediante una graduatoria della capacità amministrativa dei Comuni;
– rendere facilmente accessibili e scaricabili da un unico portale i dati di bilancio e una relazione ad uso del cittadino, che contiene anche alcuni dati di contesto (secondo uno schema standard di tabelle e grafici).
Sintesi dei principali risultati
- Il termine ordinario del 30 aprile 2023 per l’approvazione del Rendiconto 2022 è stato rispettato da 20 dei 32 principali Comuni italiani. In ritardo molte città del Sud, le ultime delle quali sono state Messina (12 dicembre) e Catania (20 dicembre).
- Continuano a diminuire i trasferimenti correnti ad opera di Stato e Regioni ricevuti dai Comuni, dopo il supporto straordinario ricevuto nel 2020-2021 per fronteggiare le conseguenze della pandemia, mentre crescono le entrate tributarie ed extratributarie. La quota di entrate proprie sul totale delle entrate finali risale al 71,3% (era il 69,2% nel 2021), ma resta ancora ben lontana dall’80,3% del 2019.
- Gli investimenti fissi (sia diretti che sotto forma di contributi agli investimenti) hanno raggiunto nel 2022 i 2,85 miliardi (quasi 1 in più rispetto al 2017 e 300 milioni in un solo anno) grazie ai progetti finanziati dal Pnrr.
- Nel 2022, il disavanzo complessivo è sceso a 3,5 miliardi di euro (400 milioni meno del 2021), di cui 2 miliardi solo a Napoli. Messina è l’unico comune in cui il disavanzo è cresciuto da 66 a 116 milioni, non rispettando la regola del rientro pluriennale.
- I debiti da finanziamento sono 16,9 miliardi su 27,2 complessivi. Le città maggiormente indebitate sono Milano (5,3 miliardi); Roma (5 miliardi senza contare il debito storico della gestione commissariale), Napoli (4,2 miliardi) e Torino (3,3 miliardi).
- Sale a 63,7 miliardi di euro il patrimonio netto (1,2 in più del 2021), che rappresenta il 56,2% delle passività.
- Su ogni residente dei maggiori Comuni italiani (neonati inclusi) grava mediamente un debito di 1.727 euro nei confronti dell’amministrazione locale (erano 1.745 nel 2021). L’indebitamento pro-capite è massimo a Torino (3.492 euro), Napoli (3.223 euro), Milano (3.108 euro), Salerno (3.000 euro), Reggio Calabria (2.229 euro), Roma (2.211 euro) e Genova (1.804 euro). Ciascun abitante di Modena ha invece un carico di soli 75 euro di debiti.
- Il ritardo medio nel pagamento delle fatture commerciali è di 4 giorni (dopo la loro scadenza), in miglioramento rispetto agli 11 del 2021, ma a Napoli i fornitori devono attendere 206 giorni e a Reggio Calabria 61 giorni.
- La percentuale di riscossione delle entrate di natura tributaria, contributiva e perequativa (Titolo 1) è pari al 53% del valore accertato, un punto in più rispetto al 2021.
- I residui attivi (entrate accertate e non riscosse) salgono a 29 miliardi, in aumento di 600 milioni. Più della metà di essi (52,1%) è accantonato nel Fondo crediti di dubbia esigibilità, ritenendo improbabile la loro riscossione. Dal 2016 (7 anni) sono stati cancellati oltre 10 miliardi di euro di residui attivi divenuti inesigibili (1,7 miliardi nel 2022), risorse sottratte ai servizi per i cittadini.
- L’incidenza degli incassi delle entrate proprie sulle previsioni definitive di parte corrente è risalita dal 48% del 2021 al 51% del 2022.
- La capacità di pagamento degli impegni di spesa per le missioni a maggiore impatto sociale è il 74% (1 punto in meno), con Perugia all’85% e Reggio Calabria al 48%.
- I residui passivi ammontano a 10,3 miliardi di euro, in diminuzione rispetto agli 11,3 miliardi del 2016, ma in risalita nell’ultimo anno (+800 milioni).
- L’incidenza della spesa complessiva per istruzione e diritto allo studio (Missione 4); sviluppo sostenibile, tutela del territorio e dell’ambiente (Missione 9); trasporti e diritto alla mobilità (Missione 10); diritti sociali, politiche sociali e famiglia (Missione 12) sul totale degli impegni di spesa (al netto delle partite di giro) raggiunge appena il 57%.
- Ogni dipendente comunale costa mediamente 370 euro per cittadino, ma a Trieste diventano 534.
- Gli investimenti complessivi pro capite sono stati di 229 euro (20 in più dello scorso anno) anche se a Venezia hanno raggiunto i 659 euro, mentre a Latina sono solo 71 euro.
- L’indicatore sintetico della capacità di amministrazione vede al primo posto Verona (8,7 punti, era settima nel 20201, seguita da Brescia (+8,2) e Parma (+8,1). Sassari (3,6 punti), in tredicesima posizione è la prima città del sud.
- Agli ultimi posti Napoli (-21,9), Salerno (-19,3) e Reggio Calabria (-12,4). Torino (-6 punti) è l’unica città del nord con punteggio negativo. Peggiora Roma (da -6,2 a -9) e perde due posizioni.
Rapporto 2022
Indicatore sintetico 2022 e schede per città
Per ogni Comune analizzato in Open data è possibile accedere alle serie annuali dei dati(*) di rendiconto e per le 10 principali città leggere la relazione sul bilancio consuntivo 2022, che contiene anche alcune informazioni demografiche e di contesto.
(*) Nel caso degli indicatori, i dati potrebbero non coincidere con quelli pubblicati dal Comune se è stata effettuata una correzione. Altre eventuali discordanze sono imputabili ad errori di trascrizione
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Rendiconto 2022 – Grandi città
Nell’ambito del monitoraggio sul bilancio finanziario ed economico-patrimoniale dei 32 comuni italiani di maggiori dimensioni, si anticipano i risultati di 9 grandi città italiane.
Sintesi dei principali risultati
Il rendiconto 2022 andava approvato entro il termine ordinario del 30 aprile 2023, con Bari e Napoli che hanno provveduto con circa un mese di ritardo. Ancora non approvato – o comunque non pubblicato – il bilancio consuntivo di Palermo.
- L’effetto degli interventi dello Stato sotto forma di trasferimenti ai Comuni, avviato nel 2020 per compensare le mancate entrate ordinarie e le maggiori spese sostenute per l’emergenza sanitaria, ha modificato la composizione dei bilanci comunali. Le entrate proprie rappresentano il 73% di quelle finali, 8 punti in meno rispetto al 2019.
- Nel 2022, le disponibilità di cassa sono aumentate di 1,5 miliardi rispetto al 2021 e tutte le grandi città possono contare su un buon margine di liquidità.
- Il disavanzo complessivo è stato di 2,7 miliardi di euro (erano quasi 3 nel 2021), di cui 2 miliardi solo a Napoli; i debiti da finanziamento sono 13,8 miliardi (praticamente invariati). In crescita del 1,5% il patrimonio netto.
- Sono 5 le città in avanzo (Milano, Bologna, Venezia, Genova e per il primo anno Bari) e le restanti 4 in disavanzo (Napoli, Torino, Roma e Firenze).
- Su ogni residente delle grandi città italiane grava mediamente un debito di 2.364 euro nei confronti dell’amministrazione locale (+0,7% rispetto al 2021). L’indebitamento pro-capite è massimo a Torino (3.492 euro), Napoli (3.223 euro), Milano (3.108 euro), Roma (2.274 euro, incluso il debito storico a carico della gestione commissariale).
- Il ritardo medio nel pagamento delle fatture commerciali è di 12 giorni (dopo la loro scadenza), dovuti solo al ritardo di Napoli, in cui i fornitori attendono 206 giorni.
- La percentuale di riscossione delle entrate di natura tributaria, contributiva e perequativa (Titolo 1) è pari al 53% del valore accertato, invariata rispetto al 2021.
- Il Fondo crediti di dubbia esigibilità (somme che difficilmente saranno incassate) è di complessivi 11,7 miliardi (di cui 5,7 a Roma), più della metà dei residui attivi complessivi.
- La capacità di pagamento degli impegni di spesa per diritti sociali, politiche sociali e famiglia (Missione 12) si riduce al 61%, con Napoli che non supera il 27%.
- L’incidenza della spesa per le missioni a maggior impatto per i cittadini sul totale degli impegni di spesa (al netto delle partite di giro) è del 60%, 2 in più dello scorso anno.
- Ogni dipendente comunale costa mediamente 415 euro per cittadino, ma a Bologna diventano 475.
- Gli investimenti complessivi pro capite sono stati di 254 euro (10 in più dello scorso anno) con 659 euro per abitante a Venezia e solo 116 a Bari.
L’indicatore sintetico della capacità di amministrazione vede al primo posto Venezia (+10,1), seguita da Bologna (+4,8) e Genova (+4,4); anche Milano, Bari e Firenze conseguono punteggi positivi. Agli ultimi posti Napoli (-18,9), Roma (-6,7) e Torino (-3,1).
Grandicitta_rendiconto2022
Open data
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Rendiconto 2021
Rapporto 2021
Indicatore sintetico 2021 e schede per città
Grandicitta_rendiconto2021
Open data
Rendiconto 2020
Rapporto 2020
Indicatore sintetico 2020 e schede per città
Grandicitta_rendiconto2020
Open data
Rendiconto 2019
Rapporto 2019
Indicatore sintetico 2019 e schede per città
Rapporto Grandi città 2019
Open data
Rendiconto 2018
Rapporto completo 2018
Indicatore sintetico 2018 e schede per città
Open data
Rendiconto 2017
Rapporto completo 2017
Tavole e figure
Indicatore della capacità di amministrazione e schede per città
Rendiconto 2016
Rendiconto 2016: graduatoria, tavola riepilogativa e scheda per città
[1] Nota metodologica – Gli indicatori normalizzati sono stati sottoposti a un processo di validazione con i dati di bilancio e in alcuni casi, laddove necessario, sono stati rettificati. La standardizzazione si ottiene sottraendo dal valore dell’indicatore la media e dividendo per la deviazione standard. In questo modo si ottiene per ciascun indicatore, una distribuzione di punteggi con media 0 e deviazione standard pari a 1, in cui la somma dei punteggi positivi equivale alla somma di quelli negativi. Se l’indicatore indica una criticità il punteggio viene preso con il segno meno davanti. I punteggi standardizzati possono essere sommati tra loro, attribuendo ad ogni categoria la stessa importanza. Il totale dei punteggi standardizzati sintetizza la capacità di amministrazione di un Comune, in termini relativi rispetto agli altri.