L’Osservatorio sulla corruzione nella PA presenta il Rapporto 2023, che offre una valutazione quantitativa della parte ‘emersa’ di corruzione e illegalità negli uffici pubblici.
Scarica il Rapporto 2023 sulla corruzione nella PA
In Italia la corruzione ha carattere sistemico ed è ampiamente diffusa, assumendo le forme più svariate. Nonostante il miglioramento degli ultimi anni, le classifiche internazionali posizionano ancora l’Italia agli ultimi posti tra i Paesi sviluppati in quanto a percezione della corruzione.
Non aiuta, in tal senso, la cancellazione, anche con effetto retroattivo dell’abuso di ufficio (art. 323 c.p.), disposta dalla legge 114/2024, che produce di fatto la completa depenalizzazione di varie fattispecie di abusi di potere.
Non ha ancora visto la luce, poi, la Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla lotta contro la corruzione per fronteggiare i gravi danni provocati dalla corruzione alla società, alle democrazie, all’economia e ai singoli cittadini.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destina ingenti risorse finanziarie (prestiti e sussidi di derivazione comunitaria) per la realizzazione di importanti investimenti e riforme da conseguire entro il 2026. Allo scopo si è reso necessario prevedere deroghe per velocizzare le procedure amministrative. Solo un contrappeso, rappresentato da un costante monitoraggio, una maggiore trasparenza e la creazione di presidi di prevenzione della corruzione, potrà evitare la proliferazione di eventi corruttivi e contenere il rischio di infiltrazioni criminali.
Per le pubbliche amministrazioni il riferimento fondamentale per la predisposizione delle misure di prevenzione della corruzione è rappresentato dal Piano Nazionale Anticorruzione 2022, approvato con delibera n. 7 del 17 gennaio 2023 dal Consiglio dell’Anac
Con l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti (D.Lgs. 36/2023) sono stati introdotti strumenti innovativi per la completa digitalizzazione delle procedure di affidamento, come la Banca dati dei contratti pubblici, il Fascicolo unico degli operatori, la qualificazione delle Stazioni appaltanti. Alcune semplificazioni, soprattutto sulle modalità di assegnazione e sui subappalti, destano però qualche preoccupazione sotto il profilo della corruzione. Non a caso, l’Anac ha dedicato ai contratti pubblici l’aggiornamento 2023 del Piano nazionale anticorruzione.
Il Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza (Ptpct) è confluito stabilmente nel Piano integrato di attività e organizzazione (Piao), che assorbe in un unico documento i piani della performance, dei fabbisogni del personale, della parità di genere, del lavoro agile e dell’anticorruzione. Se il Piao riuscirà a rafforzare il collegamento tra il Sistema di prevenzione dei rischi di corruzione e i Piani di attività dell’Azienda (inclusi gli obiettivi di performance), la lotta alla corruzione ne trarrà giovamento. In caso contrario, se la sezione del Piao su trasparenza e anticorruzione sarà una mera trasposizione del Ptpct, la nuova disciplina non produrrà alcun miglioramento.
Nel Piao andrebbe integrata anche la Relazione annuale del Rpct, in modo da collegare l’attività di verifica sull’anno precedente con le misure di prevenzione per il triennio successivo.
La raccolta ed elaborazione dell’enorme mole di informazioni contenute nelle Relazioni annuali degli Rpct delle principali amministrazioni pubbliche, risponde solo alla volontà di un privato cittadino nel contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della trasparenza e della prevenzione della corruzione.
L’auspicio, finora rivelatosi vano, è quello che – prima o poi – sia l’Anac ad occuparsi dell’analisi sistematica delle Relazioni annuali degli Rpct, rivedendo il questionario e valorizzando i contenuti ben oltre quello che è possibile ricavare da questo Rapporto.
L’ottavo Rapporto scaturisce dal monitoraggio delle Relazioni annuali 2023 redatte dai Responsabili per la prevenzione della corruzione e la trasparenza di 550 enti pubblici in rappresentanza di oltre i 2/3 dei pubblici dipendenti.
I dati elaborati per il Rapporto e le relative tavole di sintesi sono resi liberamente accessibili per chiunque voglia riutilizzarli.
Nel 2023, l’85% delle Amministrazioni dichiara di non aver rilevato alcun evento corruttivo, solo il 6% riscontra anomalìe nell’affidamento di lavori, servizi e forniture (appalti) e il 4% nell’acquisizione e progressione del personale (concorsi).
La rotazione degli incarichi, quale misura di prevenzione della corruzione prevista nel Piao, è scarsamente realizzata (1,1 dipendente ogni mille).
Per l’erogazione della formazione più della metà degli enti continua a rivolgersi a soggetti privati esterni, nonostante la possibilità di accedere gratuitamente alla piattaforma di formazione Syllabus.
Il 76% delle amministrazioni pubbliche non ha ricevuto nessuna segnalazione, con una prevalenza tra quelle che non garantiscono l’anonimato del denunciante. Si conferma, quindi, che la mancanza di tutela della riservatezza rappresenta un disincentivo per il potenziale whistleblower.
Nel campione osservato, il monitoraggio ha evidenziato 5.246 procedimenti disciplinari per violazioni del codice di comportamento (circa 2 ogni mille dipendenti) e 618 per fatti penalmente rilevanti.
Tra gli eventi corruttivi il reato più diffuso è l’atto contrario ai doveri di ufficio, ma sono frequenti anche i casi di peculato, corruzione per l’esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, concussione e turbata libertà degli incanti.
Il quadro generale che emerge dall’analisi delle Relazioni annuali non mostra segnali di miglioramento nel corso degli anni. Ciò impone a tutti gli attori in gioco, di non abbassare la guardia nell’adozione di misure di prevenzione e repressione della corruzione nella pubblica amministrazione, per combattere questa piaga che limita le potenzialità di sviluppo dell’economia, la libera concorrenza tra le imprese fornitrici e la possibilità per i cittadini di usufruire di servizi pubblici efficienti.
Prospetti riepilogativi annuali 2014-2023