Spesa previdenziale e assistenziale, l’annosa questione

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

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Lo squilibrio del sistema previdenziale e assistenziale ha assunto in Italia un carattere strutturale di notevoli dimensioni finanziarie.

Fino al 1998, i contributi erano sufficienti a pagare almeno le pensioni[1], ma la differenza è andata crescendo nel tempo, soprattutto in considerazione del fatto che il gettito contributivo negli ultimi anni è aumentato in misura marginale, mentre la spesa pensionistica è più che raddoppiata, passando da 125 miliardi di euro nel 1995 a 296 miliardi nel 2022[2].

Le altre spese previdenziali (tra cui Tfr, indennità di malattia, maternità e infortuni, cassa integrazione, assegni familiari) sono cresciute da 17 a 56 miliardi di euro, di cui 14 nell’ultimo triennio, dovuti alle integrazioni salariali concesse per fronteggiare gli effetti del lockdown pandemico nel 2020-2021 e da marzo 2022 per l’introduzione dell’Assegno unico e universale per i figli a carico.

A loro volta, le spese assistenziali (assegno sociale, pensioni di guerra e di invalidità, altri sussidi) sono passate da 12 a 54 miliardi, di cui 10 a regime dal 2015 dovuti al bonus di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti a basso reddito[3]. Nel 2019 si è registrato un aumento di 4 miliardi di euro in buona parte dovuta all’istituzione del Reddito di cittadinanza per i ceti meno abbienti (circa 8 a regime dal 2020) e nel 2020-2021 ulteriori 15 miliardi per interventi volti a contenere la crisi pandemica, tra cui il Reddito di emergenza (Rem).

La spesa previdenziale ed assistenziale è complessivamente aumentata da 361 miliardi del 2019 a 407 miliardi nel 2022 (+46 miliardi), generando uno squilibrio di 146 miliardi rispetto alle entrate contributive.

La situazione non potrà che peggiorare negli anni a venire, riaprendo l’annosa questione della separazione della gestione strettamente previdenziale, per la quale dovrebbe esssere raggiungibile un equilibrio attuariale, da quella assistenziale a carico della fiscalità generale.

Spesa lorda per previdenza e assistenza e contributi incassati in Italia – Anni 1995-2022 (milioni di euro)
squilibrioprevidenziale
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, conti annuali della pubblica amministrazione

[1] I valori riportati sono le prestazioni lorde. Poiché sono soggette a tassazione, una quota della spesa rientra allo Stato sotto forma di imposte dirette.

[2] L’aumento di oltre 10 miliardi dell’ultimo anno è in buona parte dovuto alla rivalutazione dell’assegno pensionistico, effettuata prendendo a riferimento la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (al netto dei tabacchi), che nel 2021 è stata di +1,9%.

[3] Dal 2021 il ‘trattamento integrativo’ è stato portato a 100 euro per i redditi lordi fino a 28 mila euro.