di Franco Mostacci
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In questo articolo è analizzata la distribuzione dei redditi a partire dalle dichiarazioni fiscali per l’anno 2020 (l’anno di inizio della pandemia da Covid-19 e del lockdown), sulla base delle informazioni messe a disposizione dal Dipartimento delle Finanze. Oltre al dato nazionale, viene presentata la distribuzione regionale, quella dei comuni capoluogo di regione e provincia autonoma e il dettaglio subcomunale (per Cap) delle città di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Bari.
Sono 41,2 milioni i contribuenti che lo scorso anno hanno presentato la denuncia dei redditi delle persone fisiche (Irpef) per il 2020, lo 0,8% in meno dell’anno precedente, un calo tutto sommato contenuto, se si considerano le difficoltà legate all’emergenza sanitaria per il Covid-19, incluso il ‘lockdown’ totale di quasi due mesi.
Variazione del numero complessivo di contribuenti per classi di reddito (migliaia di euro) tra il 2019 e il 2020 (valori assoluti)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef
Rispetto al 2019, il numero di contribuenti è diminuito di 345 mila unità, distribuite in maniera tutt’altro che uniforme. Aumenta il numero di contribuenti che hanno un reddito inferiore o uguale a 0 (+122 mila) o compreso tra 0 e 6 mila euro (+116 mila), mentre diminuisce fortemente il ceto medio, con un calo complessivo di oltre 500 mila contribuenti con reddito compreso tra 20 e 50 mila euro, di cui più della metà concentrati nella classe tra i 20 e i 26 mila euro di reddito,
Le principali fonti di reddito sono il lavoro dipendente[1] e le pensioni[2]. Insieme rappresentano l’84,4% del reddito complessivo, l’1,1% in più del 2019. L’ammontare dei redditi da lavoro dipendente e assimilati cede il 2,9% (più di 13 miliardi di euro), mentre quelli da pensione crescono del 2,4% (oltre 6 miliardi di euro).
Redditi delle persone fisiche, Anni 2015-2020 (migliaia di euro e variazione percentuale annuale)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef
Il reddito complessivo, al lordo dell’imponibile dei redditi soggetti a cedolare secca, è in calo del 2,2%. Dopo aver sottratto le deduzioni, il reddito imponibile (815 miliardi) è anch’esso in diminuzione del 2,2%. L’imposta lorda (222,8 miliardi) si riduce a sua volta di 5 miliardi (-2,3%). Le detrazioni per carichi di famiglia aumentano di 20 milioni (+0,2%), invertendo il trend degli anni precedenti, quelle sulla produzione del reddito crescono di 1,5 miliardi (+3,5%)[3], mentre si stabilizzano a 16 miliardi le detrazioni per le spese sostenute (-0,7%). Le imposte nette pagate allo Stato per l’Irpef sono 159,3 miliardi (-3,5%) e il reddito netto, dopo aver sottratto anche le addizionali regionali e comunali è di 639 miliardi (-1,4%).
Se un individuo ha deduzioni che eccedono il reddito imponibile non può usufruirne: l’incapienza sulle deduzioni nel 2020, che grava soprattutto sui redditi di livello inferiore, è passata da poco meno di un miliardo, a quasi 1,5 miliardi, il 64% in più del 2019. Parimenti, se la detrazione eccede l’imposta da pagare, anche questa va perduta: l’incapienza sulle detrazioni ha superato gli 8 miliardi (+10,5%), una cifra considerevole e perfino superiore a quella raggiunta nel 2017 (7,8 miliardi). L’imposta negativa – intesa come l’insieme di deduzioni e detrazioni che lo Stato non restituisce ai contribuenti più poveri – ammonta nel 2020 a 9,5 miliardi di euro.
La concentrazione del reddito netto nel 2020 è di 0,4183[4], il valore più alto dal 2010, ad ulteriore riprova che l’emergenza pandemica ha aumentato le disuguaglianze dei redditi. La progressiva maggiore concentrazione dei redditi è confermata anche dalla quota di imposta netta sui redditi superiori a 50 mila euro (40%) a scapito di quelli inferiori ai 20 mila euro (11%).
I dati aggregati non consentono di cogliere le disuguaglianze del sistema tributario, che acquistano maggiore evidenza quando si considerano anche le spese fiscali[5].
Distribuzione del reddito complessivo delle persone fisiche per quinti di contribuenti, Anno 2020 (soglie lorde in € (*), valori percentuali)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef – (*) I limiti delle soglie sono approssimati
Il quinto di contribuenti meno abbienti, con un reddito annuo lordo fino a circa 6.200 euro, totalizza appena il 2% del reddito complessivo (era il 2,2% nel 2019). Le quote crescono all’aumentare dei redditi e al quinto più ricco, con redditi superiori ai 30 mila euro, spetta quasi la metà della torta. Nell’1% di contribuenti con redditi superiori ai 100 mila euro si concentra il 10,3% del reddito totale (sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno).
Se si considera il reddito al netto delle imposte pagate, che gravano maggiormente sui redditi più elevati, la situazione si riequilibra lievemente. L’ammontare totale del reddito disponibile posseduto dal 20 per cento più ricco della popolazione è 19,4 volte quello del 20 per cento più povero (rapporto interquintilico), con un aumento sostanziale rispetto al 2019 (17,5).
Distribuzione dei redditi delle persone fisiche per quinti di contribuenti(*), Anno 2020 (valori percentuali)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef – (*) I limiti delle soglie sono approssimati
L’1% dei contribuenti più ricchi possiede il 7,9% del reddito disponibile, pari ad oltre 53 miliardi di euro. Se, modificando la curva degli scaglioni e delle aliquote Irpef, si prelevasse il 2% di tasse in più ai redditi lordi superiori ai 100 mila euro annui, si potrebbe recuperare più di un miliardo di euro, da utilizzare per misure redistributive.
Ammontare delle detrazioni per spese nelle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche, Anni 2007-2020 (milioni di euro)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef
L’ammontare delle spese portate in detrazione nelle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche è aumentato costantemente dal 2007 (poco meno di 8 miliardi di euro) fino al 2019 (più di 16 miliardi), stabilizzandosi nel 2020 e avendo ormai superato le detrazioni per carichi familiari.
Distribuzione delle detrazioni lorde(*) dal reddito per quinti di contribuenti(**), Anno 2020 (milioni di euro)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef – (*) In caso di incapienza del reddito le detrazioni non si utilizzano – (**) I limiti delle soglie sono approssimati
La distribuzione delle detrazioni è decisamente sbilanciata a favore del quinto più ricco di contribuenti (oltre il 50%), un valore anche maggiore se si considera che l’incapienza colpisce maggiormente i ceti più deboli.
Gli interventi finalizzati al recupero del patrimonio edilizio valgono 7,9 miliardi (+7% rispetto al 2019) e quelli per il risparmio energetico quasi 2 miliardi (+8%)[6]. Le spese sanitarie e a le altre tipologie previste dalla Sezione I del quadro RP del modello Unico consentono di detrarre dalle imposte 5,3 miliardi (-15%)[7]. Le altre spese detraibili consentono di risparmiare 900 milioni di euro (+15%).
Distribuzione delle deduzioni lorde(*) dal reddito per quinti di contribuenti(**), Anno 2020 (milioni di euro)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef – (*) In caso di incapienza del reddito le deduzioni non si utilizzano – (**) I limiti delle soglie sono approssimati
Una situazione analoga si registra per le deduzioni dal reddito, la cui principale componente è rappresentata dai contributi previdenziali e assistenziali (17,4 miliardi di euro, il 4,5% in meno del 2019) e dalla previdenza complementare (4,6 miliardi, in crescita del 4,2%). Anche in questo caso si potrebbero introdurre correttivi alla deducibilità inversamente proporzionali al reddito.
I possessori di reddito superiore a 100 mila euro lordi (top 1%), possono contare su 5,2 miliardi di euro tra deduzioni e detrazioni, che riducono l’imposta pagata.
Un’ipotesi di diversa tassazione, finalizzata alla diminuzione delle disuguaglianze, potrebbe riconsiderare il perimetro delle detrazioni sulle spese parzialmente rimborsabili (sanitarie, istruzione, donazioni liberali, ristrutturazione immobili, efficienza energetica, ecc.). Si potrebbe introdurre la regressività delle detrazioni e delle deduzioni rispetto al reddito (chi più ha meno detrae) e redistribuire le somme recuperate ai redditi più bassi, anche sotto forma di tassazione negativa.
Una manovra redistributiva, che spostasse alcuni miliardi di euro dai contribuenti più ricchi verso i meno abbienti, consentirebbe di ridurre l’intensità di povertà assoluta della popolazione, senza ricorrere a risorse aggiuntive, con un effetto di spinta ai consumi aggregati, visto che la propensione a spendere diminuisce con l’aumentare del reddito.
La riforma fiscale in corso, che ha visto una prima rimodulazione delle aliquote fiscali e delle classi di reddito a partire dal 2022, non sembra, però, andare verso la direzione di una maggiore tutela dei soggetti economicamente più deboli.
Composizione e Distribuzione dei redditi lordi per Regione e Provincia autonoma – Anno 2020
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef
Il reddito medio supera i 25 mila euro in Lombardia, seguita dalla P.A, di Bolzano, mentre è solo di poco superiore ai 15 mila euro in Calabria. In Toscana si è avuto un calo del 2% del reddito medio rispetto al 2019, mentre in Basilicata è cresciuto di 0,9%.
Composizione e Distribuzione dei redditi lordi dei Comuni capoluogo di regione o P.A. – Anno 2020
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e Finanze – Dichiarazione dei redditi Irpef
Il reddito medio supera i 35 mila euro a Milano, seguita da Bologna e Roma, mentre è solo di poco superiore ai 20 mila euro a Reggio Calabria. I cali più rilevanti rispetto al 2019 si registrano a Venezia (-5,7%) e a Firenze (-2,9%), con aumenti a Bolzano (+1,1%), Potenza (+0,7%) e Reggio Calabria (+0,5%).
La distribuzione dei redditi all’interno delle città
Roma
Milano
Napoli
Torino
Palermo
Genova
Bologna
Bari
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[1] I lavoratori dipendenti sono 22,2 milioni (-287 mila unità); il reddito medio pro capite lordo è passato da 21.056 euro a 20.716 euro (-1,6%), tornando ai livelli del 2018.
[2] I pensionati sono 14,5 milioni (+59 mila unità); il reddito medio pro capite lordo continua a crescere da 18.293 euro a 18.655 euro (+2%).
[3] Da luglio 2020, per effetto del DL 3/2020 è entrata in vigore una ulteriore detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente spettante ai lavoratori che percepiscono un reddito da 28 mila a 40 mila euro, una sorta di estensione del ‘bonus Renzi’.
[4] I redditi negativi, ovvero la temporanea eccedenza dei costi sui ricavi, sono esclusi dal calcolo della concentrazione.
[5] Le spese fiscali sono le mancate entrate per lo Stato, derivanti dall’insieme di esenzioni, esclusioni, riduzioni dell’imponibile o dell’imposta ovvero regimi di favore, previsti da disposizioni normative vigenti, che possono interessare l’intera platea dei contribuenti o solo alcune categorie che possiedono determinate caratteristiche. Presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze è costituita un’apposita Commissione che redige un Rapporto annuale. La Commissione ha ritenuto di non qualificare come spese fiscali le detrazioni per spese di produzione del reddito da lavoro dipendente, pensioni e redditi assimilati, né quelle per familiari a carico, in quanto costituiscono parte integrante del sistema di scaglioni e aliquote in cui si articola l’Irpef, come pure sono escluse le imposte sostitutive sui redditi da capitale e le deduzioni per contributi previdenziali e previdenza complementare.
[6] Nell’ambito delle spese per il recupero edilizio e per il risparmio energetico sono state introdotte: a) spese per il bonus facciate detraibili al 90% (che ammontano a 1,1 miliardi di euro di spesa); b) spese per il superbonus al 110% (che ammontano a circa 132 milioni di euro di spesa).
[7] In particolare, le spese sanitarie (incluse quelle per portatoti di handicap e acquisto di cani da guida), per le quali sono ammesse le detrazioni, nell’anno della pandemia si sono ridotte da 20 a 16,8 miliardi). Più che dimezzate anche le spese per l’attività sportiva dei ragazzi e sono diminuite le locazioni per studenti fuori sede e le intermediazioni immobiliari.