Trasparenza e anticorruzione – Monitoraggio flash 2021

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Tra il 2 e l’11 aprile 2021 sono stati visitati i siti internet di 536 pubbliche amministrazioni appartenenti ai comparti dell’Amministrazione centrale (25), Scuola (20)[1], Università (66), Enti pubblici di ricerca (20), Regioni (20), Province e città metropolitane (102), Comuni capoluogo (108), Aziende sanitarie locali (99), Aziende ospedaliere e Irccs (70). In termini di personale gli enti monitorati rappresentano i 2/3 della pubblica amministrazione.

Per ogni sito è stato verificato se fossero stati pubblicati la Relazione 2020 del responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct)[2]; il Piano triennale anticorruzione 2021-2023[3]; il Registro degli accessi civici[4]; la rotazione degli incarichi di Rpct; il costo degli Organismi indipendenti di valutazione/Nuclei di valutazione (Oiv/Ndv).

Quest’anno, in considerazione dell’emergenza sanitaria, l’Anac ha prorogato al 31 marzo il termine per gli adempimenti, ordinariamente fissato al 31 gennaio.

La Relazione del Rpct per il 2020 è disponibile per 465 enti monitorati (87%), 5 in meno dello scorso anno, con una prevalenza nelle Regioni, nelle Amministrazioni centrali (Ministeri, Agenzie, Authority, Inps, Inail) e nei Comuni capoluogo, mentre risultano proporzionalmente più inadempienti gli Uffici scolastici regionali (45%) e gli Enti di ricerca (80%). Sono 46 le Amministrazioni (8,6%) che hanno utilizzato per la compilazione la piattaforma digitale messa a disposizione dall’Anac[5] (erano 31 nel 2019).

I Piani triennali di prevenzione della corruzione per il 2021-2023 sono stati approvati nel termine stabilito di fine marzo nell’81% delle amministrazioni pubbliche, in aumento rispetto allo scorso anno (76%), soprattutto per quanto riguarda Province e città metropolitane, Comuni capoluogo, Università ed enti di ricerca. Sul dato incide, sicuramente, la circostanza che glie nti hanno avuto due mesi in più per predisporre e far approvare il Piano. Tra le amministrazioni centrali si segnala l’assenza di importanti ministeri (Economia, Affari esteri, Sviluppo economico, Salute). Senza un tempestivo aggiornamento nella predisposizione di misure anticorruzione appare ben difficile conseguire miglioramenti nella lotta alla corruzione, che affligge gran parte della pubblica amministrazione e impedisce lo sviluppo e la modernizzazione del Sistema Paese.

Anche se non esiste un obbligo normativo il 79% degli enti rende possibile la consultazione del Registro degli accessi[6]. La mancata pubblicazione fa venire meno alcune delle finalità previste dalla delibera Anac e dalla circolare della Funzione pubblica. In particolare, si ostacola la diffusione di informazioni relative alle richieste effettuate e all’esito delle stesse, rallentando il processo di transizione verso una gestione più trasparente e partecipata della cosa pubblica, che è il principio su cui si fonda il Foia. Le Università hanno raggiunto il 91% di compliance e le Regioni il 90%.

Tra gli enti territoriali[7] si registra un gap di 14 punti percentuali del Sud rispetto al Nord per quanto riguarda le relazioni Rpct, di 13 per i piani triennali anticorruzione e di 21 per il registro degli accessi. Il ritardo si registra in particolare nelle aziende sanitarie e ospedaliere.

Monitoraggio(a) di inizio 2021 sugli adempimenti delle pubbliche amministrazioni per la prevenzione della corruzione e la trasparenza per comparto e ripartizione geografica(b) (numeri e valori percentuali)
compliance2021
Fonte: elaborazioni di Osservatorio Corruzione nella PA – (a) Il monitoraggio è stato effettuato tra il 2 e il 12 aprile 2021 (b) I dati per ripartizione geografica sono relativi ai soli enti territoriali (regioni, province e città metropolitane, comuni, aziende sanitarie locali)

Nel corso del 2020 si è assistito a una rotazione degli incarichi di responsabile della corruzione e della trasparenza nel 25% degli enti. In alcuni casi, poiché il Rpct coincide con la figura amministrativa di vertice (il segretario generale nei Comuni), l’alternanza è subordinata alla durata dell’incarico. Una maggiore frequenza si è registrata nel 2020 tra le amministrazioni centrali (43%) e gli enti di ricerca (31%). Più bassa nelle Università (19%).

Il monitoraggio flash ha riguardato anche gli Organismi indipendenti di valutazione[8], che giocano un ruolo essenziale nella valutazione della performance nella pubblica amministrazione e in alcuni casi assumono la denominazione di Nucleo di valutazione[9]. Nella sezione ‘Personale’ di ‘Amministrazione trasparente’ dovrebbero essere pubblicati i nominativi, la delibera di nomina e i compensi spettanti. Purtroppo, tali informazioni non sono sempre rese note o aggiornate. Il costo rilevato per gli Oiv/Ndv supera i 10 milioni di euro e si può stimare in circa 13 milioni il costo complessivo sostenuto dalle amministrazioni monitorate[10]. Il costo dell’organismo è mediamente più elevato nelle Regioni (52 mila euro)[11], Amministrazioni centrali (39 mila) e Università (29 mila).
La scelta di mantenere il Ndv, anziché transitare all’Oiv, per il quale sono previste norme più stringenti sui requisiti dei componenti e sulla cumulabilità di incarichi, genera alcune situazioni che non garantiscono l’indipendenza della valutazione e l’efficacia dello svolgimento dei delicati compiti affidati all’organismo. Sono state riscontrate pluralità di incarichi con nomi troppo spesso ricorrenti e 70 casi di mancato rispetto dell’alternanza di genere (di cui oltre la metà nelle strutture sanitarie e solo due relativi a una composizione interamente femminile)[12]. Un intervento normativo che elimini definitivamente i Ndv in favore degli Oiv è quanto mai necessario.

In definitiva, i risultati mostrano che, pur nelle difficoltà in cui versano alcune amministrazioni pubbliche (specie quelle di minori dimensioni) e nonostante i leggeri progressi in termini numerici, persiste una resistenza a riconoscere la necessità di adempiere nei tempi prestabiliti agli obblighi di trasparenza della prevenzione e della corruzione. Un atteggiamento che dimostra come per molti amministratori pubblici la cultura della legalità e della trasparenza rappresentano un obiettivo ancora non prioritario.

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[1] Considerando che negli Istituti scolastici è presente in genere un solo dirigente, l’Anac ha disposto che l’attività di prevenzione della corruzione fosse concentrata negli uffici scolastici regionali o nell’intendenza scolastica per le province autonome di Trento e Bolzano.
[2] Entro il 31 marzo 2021 le amministrazioni dovevano pubblicare nella sezione Amministrazione trasparente à Altri contenuti à Prevenzione della corruzione del proprio sito internet, la scheda Anac in formato Excel relativa alla Relazione annuale sulle misure di prevenzione della corruzione adottate nel 2020, compilata in tutte le sue parti.
[3] Entro il 31 marzo 2021 le amministrazioni dovevano approvare e pubblicare nella sezione Amministrazione trasparente à Altri contenuti à Prevenzione della corruzione del proprio sito internet il Piano triennale anticorruzione 2021-2023. Secondo quanto previsto dalla legge 190 del 2012 il piano di prevenzione della corruzione fornisce una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio (art. 1, comma 5, lett. a). L’organo di indirizzo (negli enti locali la Giunta) adotta il Piano triennale per la prevenzione della corruzione su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza entro il 31 gennaio di ogni anno (art. 1, comma 8).
[4] La Circolare n. 2/2017 del Ministero per la semplificazione amministrativa e la pubblica amministrazione relativa all’ attuazione delle norme sull’accesso civico generalizzato (c.d. Foia) stabilisce la pubblicazione a cadenza trimestrale del  Registro degli accessi, che dovrebbe comprendere i dati utili a gestire in modo efficiente le richieste di accesso ricevute, ad agevolare l’esercizio del diritto di accesso generalizzato da parte dei cittadini e a monitorare l’attuazione della disciplina in materia. Il Registro degli accessi si trova in Amministrazione trasparente à Altri contenuti à  Accesso civico del sito internet istituzionale.
[5]  La piattaforma digitale di acquisizione dei Ptpct dell’Anac, dopo aver completato l’inserimento dei dati relativi ai Ptpct e alle misure di attuazione, genera automaticamente la relazione annuale in formato Pdf.
[6] Non sono state conteggiate 23 amministrazioni (4,3%), in cui il Registro è presente ma non risulta aggiornato da più di un anno.
[7] Il dato per ripartizione geografica è ottenuto sommando i risultati di Regioni, Province e città metropolitane, Comuni capoluogo e Asl.
[8] Sono stati istituiti dal Decreto Legislativo n. 150/2009. L’Oiv è costituito di norma in forma collegiale di tre componenti e la Funzione Pubblica disciplina i casi in cui può assumere forma monocratica o quando può essere previsto in forma associata tra più amministrazioni pubbliche. L’incarico di membro dell’Oiv ha durata tre anni, non è prorogabile ed è rinnovabile una sola volta previa procedura comparativa. Nella composizione dell’Oiv si deve, altresì, garantire l’equilibrio di genere.
[9] Il Nucleo di valutazione è preesistente all’Oiv e agli enti locali è stata concessa la facoltà di scegliere tra le due forme. La nomina del Ndv non è soggetta a limitazioni rispetto al numero di incarichi come accade per l’Oiv. Nelle università il Ndv ha compiti più ampi rispetto a quelli attribuiti all’Oiv, è composto da un numero più ampio di membri  e prevede anche la partecipazione di un rappresentante eletto degli studenti.
[10] Il costo è al netto dei rimborsi e altri oneri se indicati separatamente. In alcuni casi è indicato il costo per seduta, ma non il numero delle sedute effettivamente svolte.
[11] In Basilicata si registra il costo maggiore di quasi 180 mila euro (63.800 per il Presidente e 58 mila ciascuno per i due componenti).
[12] Nel caso dei Ndv non sono vere e proprie violazioni, in quanto l’obbligo dell’equilibrio di genere è previsto per il solo Oiv.