Trasparenza e Comuni sciolti per mafia non vanno a braccetto

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

piovra

Tra i 1.177 Comuni che sono andati al voto nelle recenti elezioni amministrative, sono 17 quelli sciolti per infiltrazione mafiosa nel 2018 che, dopo due anni di Commissariamento prefettizio, sono tornati ad eleggere il Sindaco e il Consiglio comunale.

Tre di essi si trovano in provincia di Napoli (Caivano, Calvizzano e San Gennaro Vesuviano); 4 in Puglia (Mattinata, Sogliano Cavour, Surbo e Manduria); 7 in Calabria (San Gregorio d’Ippona, Briatico, Limbadi, Platì, Scilla, Cirò Marina e Strongoli); 3 in Sicilia (Trecastagni, Bompensiere, Camastra).

Si tratta di Comuni di dimensioni medio-piccole che vanno dagli oltre 37 mila abitanti di Caivano (NA) agli appena 526 di Bompensiere (CL), con una media di 10 mila iscritti in anagrafe, anche se una parte di essi vivono altrove.

Sebbene si debba escludere che la causa dello scioglimento per infiltrazione mafiosa sia imputabile al Sindaco, perché in tal caso non potrebbe ricandidarsi, sono molte le situazioni in cui si assiste a un ritorno al passato dopo la parentesi del commissariamento.

A contendersi l’elezione sono state in genere 2-3 liste civiche e solo in rarissimi casi si espongono i partiti nazionali. Al comune di San Gennaro Vesuviano (NA) si è presentata una sola lista, ed è stato rieletto Sindaco Antonio Russo, già eletto nel 2014, poi sfiduciato ad aprile 2017 dalla propria maggioranza, prima che a febbraio 2018 fu riconosciuta la situazione di infiltrazione o condizionamento di tipo mafioso che, ai sensi dell’articolo 143 del Dlgs 267/2000 (testo unico degli enti locali), dà luogo alla gestione commissariale. Tornano a fare i Sindaci anche Pasqualino Ciccone a Scilla (RC) con il 98% dei voti e Rosario Sergi a Platì (RC) con il 78%, entrambi sciolti nel 2018.

Hanno preferito tornare al passato a Calvizzano (NA), dove ha vinto  Giacomo Pirozzi  già Sindaco nel 2003; a Manduria (TA) dove Gregorio Pecoraro era già stato primo cittadino nel 1994 e 1998; a San Gregorio d’Ippona (VV) dove si conferma Pasquale Farfaglia, già Sindaco nel 2002 e 2005.

Come misura di contrasto alla corruzione e alle infiltrazioni criminali, il biennio di commissariamento avrebbe dovuto colmare il deficit di trasparenza nell’assolvimento degli obblighi previsti dal decreto legislativo 33/2013, con il quale è stata anche istituita la pagina ‘Amministrazione trasparente’ del sito internet di ciascun ente, dove sono pubblicati tempestivamente documenti e dati di interesse per i cittadini.

La situazione è assai deludente come emerge dalla consultazione web effettuata a pochi giorni dalle elezioni sui 17 comuni interessati, per verificare la presenza di 14 obblighi di pubblicazione, inclusa la relazione di fine mandato prevista dal decreto legislativo 149/2011.

Il comune di Cirò Marina (KR) colleziona 14 inadempimenti (100%), con la pagina ‘Amministrazione Trasparente’ praticamente priva di contenuti; non va molto meglio a Briatico (VV) dove mancano o non sono aggiornate 11 sezioni (79%), e a San Gennaro Vesuviano (NA), Platì (RC), Strongoli (KR) e Bompensiere (CL), ciascuno con 10 carenze (71%). Un ottimo lavoro è stato svolto dalla gestione commissariale a Surbo (LE), dove tutte le pagine consultate risultano aggiornate.

Griglia di inadempienze sulla trasparenza nei Comuni sciolti per mafia che parteciperanno alle elezioni amministrative 2020 per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio comunale, dopo due anni di Commissariamento (a)
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(a) Siti consultati il 7 settembre 2020: X = inadempiente; = in regola (b) il Comune di Briatico è in dissesto finanziario

Nella sezione relativa all’organizzazione, tra i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo, sono 6 i Comuni in cui non è possibile consultare la composizione della gestione commissariale, dove oltre ai nominativi andrebbero pubblicati anche i curriculum e i compensi.

Il 76% dei 17 Comuni non ha pubblicato il bilancio di previsione 2020-2022 e il 65% il rendiconto per il 2019, i cui termini di approvazione sono slittati quest’anno dal 30 aprile al 30 giugno per l’emergenza sanitaria, con il comune di Briatico in dissesto finanziario.

Sul fronte della prevenzione della corruzione 4 Comuni non hanno predisposto il Piano triennale 2020-2022 e in 6 Comuni manca la relazione del responsabile sulle misure adottate nel 2019.

La sezione ‘Accesso civico’ dovrebbe contenere il nominativo del responsabile della trasparenza e l’indirizzo di posta elettronica al quale inviare richieste di accesso civico ‘semplice’ (per i contenuti la cui pubblicazione è obbligatoria) o ‘generalizzato’ (altri documenti e dati prodotti dall’amministrazione). In più della metà dei Comuni tali informazioni non sono disponibili e per poter esercitare l’accesso civico il richiedente è costretto a cercare nel sito le coordinate del destinatario, sperando di non sbagliare.

Sono 6 i Comuni che non mettono a disposizione i dati sui pagamenti direttamente o rinviando al sito nazionale Soldi pubblici, mentre salgono a 10 (59%), quelli che non hanno pubblicato l’indicatore di tempestività dei pagamenti per l’anno 2019, dal quale si ricava che le fatture commerciali sono pagate mediamente 134 giorni dopo la scadenza, con una punta massima di 242 giorni di ritardo a Caivano (NA).

Il controllo sugli appalti pubblici è una delle principali cause che determinano lo scioglimento di un’amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose ed è particolarmente grave che ben 7 di essi (41%) neghino la possibilità di conoscere gli elementi informativi relativi ai contratti di lavori, servizi e forniture.

Per 14 Comuni (82%), non è possibile sapere se l’ente ha locazioni passive e a quanto ammonta il canone eventualmente corrisposto.

Per la parte relativa ai controlli interni non è nota la composizione di 6 Organismi indipendenti di valutazione (o Nuclei di valutazione), per i quali dovrebbe essere pubblicata anche la delibera di nomina e i compensi ricevuti, mentre 5 di essi hanno omesso la griglia sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione per l’anno 2019 e 11 gli eventuali controlli, rilievi e relazioni della Corte dei Conti.

La condizione di diffusa inadempienza agli obblighi di trasparenza, alla vigilia dell’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale, non è un buon viatico per ripristinare la legalità e la normalità dell’azione amministrativa in territori nei quali sono già emersi elementi di collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata o forme di condizionamento nei confronti degli organi elettivi.

Non resta che auspicare un intervento normativo che renda più cogenti gli adempimenti sulla trasparenza da parte della gestione commissariale, a partire da quando si insedia fino a concludersi con la relazione di fine mandato.