In una recente puntata di Striscia la notizia è andato in onda un servizio in cui si mostrava che alcuni enti pubblici ‘nascondevano’ ai motori di ricerca i contenuti delle pagine di Amministrazione trasparente.
Tra il 24 e il 29 febbraio sono stati visitati i siti internet delle 535 pubbliche amministrazioni oggetto di monitoraggio annuale, per verificare la presenza del file robots.txt e, in caso affermativo, per analizzare se al suo interno fosse presente l’esclusione (disallow) della pagina Amministrazione trasparente nella sua interezza.
Alcune amministrazioni utilizzano, però, una pagina sulla Trasparenza che rimanda a un indirizzo diverso da quello istituzionale dell’ente. Più in generale non si esclude che possano essere state adottate modalità diverse e più sofisticate per evitare che i motori di ricerca rilevino automaticamente i contenuti delle sezioni obbligatoriamente previste dal D.Lgs 33/2013.
Presenza del file robots.txt nei siti internet delle pubbliche amministrazioni(a) per comparto e ripartizione geografica(b) (numeri e valori percentuali)
Fonte: elaborazioni di Osservatorio Corruzione nella PA – (a) Il monitoraggio è stato effettuato tra il 24 e il 29 febbraio (b) I dati per ripartizione geografica sono relativi ai soli enti territoriali (regioni, province e città metropolitane, comuni, aziende sanitarie locali)
Sono 394 su 535 (74%) le amministrazioni che fanno uso del file robots.txt, anche se non tutte contengono il comando disallow. Prevalgono gli Enti pubblici di ricerca e le Regioni (entrambi 90%) e le Università (88%). Tra gli enti territoriali si riscontra una prevalenza al nord (85%), rispetto al sud (70%).
I 13 enti che impediscono ai motori di ricerca di catturare la pagina Amministrazione trasparente o una parte di essa sono: Regione Sardegna; i comuni di Cuneo, Milano, La Spezia e Siena; le Aziende sanitarie di Torino 3, Trento, Piacenza, Viterbo, Roma5 e Catania; le Aziende ospedaliere di S. Croce e Carle di Cuneo e il Policlinico San Matteo di Pavia.
Sono molte di più le amministrazioni che inibiscono l’albo pretorio, che corrisponde alla gazzetta ufficiale dell’ente. Per ovviare a questa anonalia e consentire a chiunque di accedere ai provvedimenti di tutte le amministrazioni si potrebbe istituire un albo pretorio centralizzato, che potrebbe essere gestito dal Ministero degli Interni o dalla Funzione Pubblica.
Su Open Data è possibile scaricare il file excel contenente il link a tutti i robots.txt rilevati.