Adesione agli scioperi nel trasporto pubblico? Ai cittadini non è dato sapere

di Franco Mostacci

sciopero

Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma quando riguarda i servizi pubblici  lo è altrettanto il diritto per gli utenti di sapere se, e come, andare a scuola, al lavoro o tornare a casa.

Difatti, la legge 146/1990 sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati, oltre all’informativa preventiva su tempi e modalità dell’astensione dal lavoro, statuisce con l’articolo 5 che le imprese erogatrici del servizio sono tenute a  rendere  pubblici  tempestivamente il numero dei lavoratori che hanno partecipato allo sciopero, la  durata dello stesso e la  misura  delle  trattenute  effettuate.

Con la delibera n. 15/26 del 2 febbraio 2015, la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici (Cgsse), per permettere all’utenza di effettuare considerazioni sulla portata e sull’impatto delle astensioni in relazione al soggetto proclamante, tenuto conto delle innovazioni tecnologiche e delle più moderne forme di comunicazione, ha precisato che le società devono inserire sul proprio sito internet  istituzionale, i dati numerici relativi al personale aderente allo sciopero in termini di percentuale rispetto al personale in servizio.

Poiché nessuno controlla e la eventuale sanzione amministrativa va da 400 a 1.000 euro per ogni giorno di ritardo ingiustificato, la gran parte delle aziende di trasporto impunemente non assolve l’obbligo di pubblicazione delle informazioni.

Il legislatore, poi, ha omesso di collocare tale obbligo di pubblicazione tra quelli previsti dalla normativa sulla trasparenza e l’integrità nella pubblica amministrazione (Dlgs 33/2013 e successive modifiche). Anche l’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac), dal canto suo, nel pubblicare l’elenco degli obblighi di pubblicazione nella sezione ‘Amministrazione trasparente’ del sito web, non ha coperto tale lacuna.

Fatto sta, che ad ogni sciopero dei mezzi pubblici, lavoratori, studenti e cittadini si trovano nel caos più completo senza possibilità di organizzare i loro spostamenti, se non ricorrendo al mezzo privato che spesso causa ingorghi al traffico e disagi di ogni genere.

Per vederci chiaro in questa vicenda sono state prese in osservazione le società che gestiscono il servizio pubblico di trasporto nelle 8 principali città italiane: la Gtt di Torino, l’Atm di Milano, la Tper di Bologna, l’Ataf di Firenze, l’Atac di Roma, l’Anm di Napoli, la Stp di Bari e l’Amat di Palermo.

Da una prima ricognizione è emerso che solo la Stp di Bari aveva pubblicato in ‘Amministrazione trasparente’, sezione ‘Personale’, l’esito di uno sciopero del 2015.

A quel punto è stata inviata a ciascuna azienda una richiesta di accesso civico per invitarle a pubblicare gli esiti degli scioperi che si sono succeduti dal primo gennaio 2016 in poi e, nei casi in cui non si è avuta risposta, è stata inoltrata un’istanza di riesame a distanza di 30 giorni. L’accesso civico non è stato, però, possibile nei riguardi dell’Ataf di Firenze che, essendo una società privata, non è soggetta al decreto trasparenza.

Le aziende Gtt (Torino), Atm (Milano) e Anm (Napoli) hanno  accolto la richiesta inserendo in ‘Dati ulteriori’ una tabella di facile consultazione sugli scioperi più recenti. Altre hanno risposto che adempiono all’obbligo previsto dalla normativa con la diffusione tempestiva di notizie e comunicati, altre ancora non hanno risposto affatto.

In occasione dell’ultimo sciopero dei trasporti pubblici del 27 ottobre scorso è stato effettuato un monitoraggio per capire se e come, a prescindere dalla pubblicazione in ‘Amministrazione trasparente’, l’obbligo informativo sia stato in qualche modo assolto.

Consultando la pagina ‘Amministrazione trasparente’ del sito internet della Gtt di Torino, prontamente aggiornata, è stato possibile sapere che allo sciopero di 4 ore proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil ha aderito il 33% dei lavoratori.

Assolta l’Anm di Napoli che ha avvisato preventivamente tramite la pagina Facebook che lo sciopero non riguardava gli autobus, le funicolari e la Linea 1 della metropolitana gestiti dall’azienda (la Linea 2 è di Trenitalia).

E qui finiscono le buone notizie.

L’Atm di Milano ha solo twittato durante lo sciopero  proclamato da Cub trasporti che il servizio sulle linee metropolitane e di superficie era regolare. Ma nulla si sa sulla percentuale di lavoratori che hanno aderito.

Sul sito della Tper di Bologna non ci sono notizie né comunicati stampa. Solo consultando il Resto del Carlino si viene a sapere che nel giorno dello sciopero indetto da Cub, Sgb e Si Cobas l’azienda ha rilevato un’adesione del 25% dei lavoratori.

Sul sito dell’Ataf di Firenze la ricerca per parola chiave ‘sciopero’ non produce nessun risultato utile.

Lo stesso accade per la Stp di Bari e ci dobbiamo accontentare di quanto riporta Bari Today  per apprendere che ci sono stati pochi disagi per autobus e treni in città.

Anche l’Amat di Palermo il 27 ottobre è stata avara di notizie e comunicati sull’esito dello sciopero.

Dulcis in fundo – si fa per dire – l’Atac, l’azienda di trasporti capitolina con 11.600 dipendenti, alle prese con il concordato preventivo presso il tribunale fallimentare di Roma per il dissesto finanziario e l’impossibilità di pagare i creditori. In questa fase burrascosa, gli utenti del servizio non sono evidentemente tenuti in alcuna considerazione. Nessuna risposta è pervenuta né all’accesso civico dell’11 luglio né all’istanza di riesame del 4 settembre. Sul sito internet dell’azienda la ricerca della parola ‘sciopero’  non produce alcun risultato e gli esiti dell’astensione dal lavoro del 27 ottobre scorso, che ha causato notevoli rallentamenti nel servizio e la chiusura di alcune stazioni della metropolitana, non sono stati resi noti. E venerdì 10 novembre si ricomincia con un nuovo sciopero che potrebbe causare, come spesso accade, il blocco totale del servizio metro e della Roma-Lido.

Per denunciare l’inosservanza degli obblighi di pubblicazione sugli scioperi nei trasporti pubblici, sono stati inviati un esposto alla Commissione di garanzia sugli scioperi e una segnalazione all’Anac, sperando che, al di là degli aspetti sanzionatori, la situazione nel futuro possa migliorare a beneficio degli utenti.