di Fernando Giammei e Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca
Nella giornata del 9 marzo scorso, si è svolto a Roma, presso il presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il seminario: “Conoscere la corruzione per combatterla”, che ha visto interventi di autorevoli rappresentanti di vari settori della società.
Il tema è stato sviscerato a tutto tondo, nei suoi aspetti quantitativi, qualitativi, ma anche etico-culturali, con abbondanza di dati che meritano di essere evidenziati:
– nel ben noto Indice di percezione della corruzione, l’Italia migliora leggermente il suo punteggio nel 2016, ma permane al terzultimo posto tra i paesi dell’Unione Europea;
– il 7% di un campione rappresentativo della popolazione italiana risponde affermativamente alla domanda se abbia pagato (o si sia vista chiedere) tangenti nei dodici mesi precedenti per accedere a cinque servizi pubblici essenziali;
– nel reticolo di interazione con le organizzazioni mafiose, risultano coinvolti sia organi di indirizzo politico (43%) che di gestione amministrativa (18,2%), ma hanno un ruolo di rilievo anche gli imprenditori (67%) e i professionisti (20%);
Di rilievo anche alcuni aspetti che riguardano gli enti locali:
– la spesa in investimenti nel settore delle costruzioni e della gestione dei rifiuti è mediamente maggiore (+14%) nei Comuni che poi sono stati commissariati, rispetto ai Comuni non interessati da simili provvedimenti;
– i medesimi Comuni, nella fase pre-scioglimento, recuperano il 15% in meno di tasse sui rifiuti rispetto ad un Comune non sciolto, per circa 130 euro pro capite risparmiati ogni anno;
– per le gare d’appalto, dopo lo scioglimento aumenta il numero di partecipanti, diminuisce il numero di procedure non aperte, calano i costi relativi, anche se gli effetti benefici, in alcuni casi, non sono duraturi.
Per quanto riguarda lo specifico settore dei media e dell’informazione, i risultati delle indagini a campione presentate dimostrano chiaramente come la “copertura” della corruzione, nei suoi vari aspetti, risente molto della collocazione politica delle testate giornalistiche.
Venendo infine agli aspetti culturali ed al sentiment dell’opinione pubblica italiana sulla corruzione i risultati presentati nel seminario avvalorano la tesi che:
– la corruzione in politica è lo specchio della società italiana;
– la corruzione politica, per il 42% dei rispondenti è più diffusa oggi rispetto all’epoca di Tangentopoli (solo l’11% ritiene che sia meno diffusa).
La sensazione che emerge dal quadro appena descritto è che il miglior antidoto alla corruzione sia la prevenzione, intesa come conoscenza del fenomeno nei suoi diversi aspetti e dei danni che può arrecare allo sviluppo della società civile, ma anche come diffusione della cultura della trasparenza.
Non resta, quindi, che investire sui giovani, attraverso progetti formativi specifici nelle scuole di ogni ordine e grado, per offrire alle nuove generazioni, talvolta già rassegnate, la speranza che un futuro migliore è possibile.