Sono molti gli enti di ricerca che ignorano l’accesso generalizzato

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

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Il decreto legislativo 97 del 2016 ha concesso alle amministrazioni pubbliche 6 mesi di tempo (scaduti il 23 dicembre scorso), per assicurare l’effettivo esercizio di accesso ‘generalizzato’ a dati e documenti da esse detenuti.

Le linee guida, emanate dall’Autorità anticorruzione (Anac), si soffermano sull’opportunità che le amministrazioni adottino nel più breve tempo possibile soluzioni organizzative al fine di coordinare la coerenza delle risposte sui diversi tipi di accesso (documentale ex legge 241/1990, semplice o generalizzato ex dlgs. 33/2013); prevedano una disciplina interna sugli aspetti procedimentali per esercitare l’accesso; istituiscano un registro delle richieste di accesso presentate (per le diverse tipologie).

Trascorso quasi un mese dall’entrata in vigore dell’accesso generalizzato – pur in assenza di direttive stringenti – la situazione negli enti di ricerca, a giudicare da quanto riportato nella sezione ‘Amministrazione trasparente’ di ciascun sito internet, lascia alquanto a desiderare.

Ad essere promossi sono solo EneaIspraCrea e Asi che hanno aggiornato la pagina dell’accesso civico, spiegando le novità introdotte dalla nuova normativa sulla trasparenza ed offrendo indicazioni per esercitare l’accesso civico ‘semplice’ (nel caso di omessa pubblicazione di contenuti obbligatori) o ‘generalizzato’.

Gli altri 16 enti di ricerca non si sono affatto adeguati e ad oggi forniscono informazioni insufficienti o talvolta fuorvianti, se non addirittura mancanti (la ricognizione del Foglietto è stata effettuata martedì, 17 gennaio, ndr).

Particolarmente grave appare il comportamento omissivo degli enti di maggiori dimensioni (Cnr, Istat, Infn, Ingv e Iss), che riteniamo non possono accampare scuse di alcun genere.

Siamo alle solite. La trasparenza all’interno degli enti pubblici è spesso vista come un inutile fastidio, tanto più ora che chiunque può richiedere qualsiasi dato o documento (debitamente individuato), fatte salve le esigenze di tutela di interessi pubblici o privati.