di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca
Il Ministero della Difesa ha impugnato dinanzi al Consiglio di giustizia amministrativa (CGA) della Regione Sicilia la sentenza del Tar Sicilia che aveva dato ragione al comune di Niscemi e alle associazioni di cittadini contrari alla costruzione dell’impianto satellitare Muos della marina militare americana, disponendo il sequestro dell’impianto stesso.
Nella sentenza non definitiva dello scorso 8 luglio, depositata il 3 settembre, il collegio giudicante ha disposto una nuova perizia per accertare:
1) quale sia l’effettiva consistenza e quali siano gli effetti, anche sulla salute umana, delle emissioni elettromagnetiche generate dall’impianto Muos, quando funzionante, considerato sia isolatamente sia in cumulo con gli impianti di radiotrasmissione già esistenti e ricadenti all’interno del territorio siciliano potenzialmente suscettibile di essere investito dalle emissioni prodotte dal suddetto impianto;
2) se tali emissioni siano conformi, o no, alla normativa (sovranazionale, nazionale e regionale) in materia di tutela dalle esposizioni elettromagnetiche, di tutela ambientale delle aree SIC e di prevenzione antisismica;
3) se le emissioni elettromagnetiche dell’impianto Muos possano mettere in pericolo, tenendo conto anche della possibilità di un errore di puntamento delle antenne, la sicurezza del traffico aereo civile.
La commissione che dovrà pronunciarsi sui tre quesiti, sarà composta da 5 verificatori, designati rispettivamente dal presidente del Cnr, dal presidente del Cun, dal Ministro della salute (augurandosi che non si rivolga nuovamente all’Istituto superiore di sanità, che ha già prodotto una relazione agli atti non esente da critiche), dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (sperando che non ci si rivolga all’Ispra, che ha coadiuvato l’Iss nella relazione di cui sopra) e – per i profili attinenti alla navigazione aerea – dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Il Cun, il cui membro presiederà il collegio dei verificatori, ha già designato la professoressa Maria Sabrina Sarto del Dipartimento di Ingegneria astronautica, elettrica ed energetica dell’Università La Sapienza di Roma, che ha all’attivo numerosi collaborazioni scientifiche con il prof. Marcello D’Amore, già verificatore in primo grado per conto del Tar Sicilia.
Come disposto nella sentenza gli esperti avranno 60 giorni di tempo per redigere una relazione di 50 pagine, di 30 righe ciascuna, redatte in formato word con carattere di corpo 10, in cui sarà riportata la posizione assunta a maggioranza (almeno 3 membri). Alle operazioni di verificazione potranno partecipare (ma senza diritto di voto) anche i tecnici nominati da ciascuna parte in lite, compresi gli intervenienti.
A meno di riesumare le misurazioni dell’Ispra e le deduzioni dell’Iss, che indussero il governatore della regione Sicilia Crocetta a emanare a luglio 2014 la cosiddetta revoca delle revoche, travolta nel giudizio di primo grado, il termine concesso sembra, però, assai ristretto considerando che lo stesso collegio d’appello fa notare che “un regime di tutela ispirato al principio di precauzione richiede inevitabilmente l’acquisizione preventiva di una conoscenza accurata dei rischi connessi all’esercizio di determinate attività; conseguentemente, la ragionevolezza delle decisioni giuridiche dipende dall’attendibilità dei riscontri scientifici su cui esse si basano”.
A destare timori e perplessità tra le associazioni di cittadini che si battono da anni per evitare l’entrata in funzione del Muos e che hanno già presentato un’istanza di modifica della sentenza n. 581 del CGA, è anche la composizione del collegio di verifica, atteso che l’appellante è il Ministero della Difesa e “il collegio dei verificatori è composto per tre quinti (la maggioranza, ndr) da Ministri della repubblica che non possono essere considerati nè estranei al giudizio nè muniti di competenze tecniche“.
Il rischio, tutt’altro che remoto, è che per motivi di opportunità politica gli interessi militari (nazionali e internazionali) prevalgano su altri costituzionalmente non meno importanti, come la salute umana e l’ambiente.