di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca
A distanza di tre giorni dalla Nota di aggiornamento al Def, l’Istat ha rivisto le stime dei conti nazionali per il 2013 e 2014, modificando, in parte, il quadro tracciato dal ministero dell’economia.
E’ lecito chiedersi perchè non è stato invertito l’ordine di diffusione dei due documenti, come avvenne lo scorso anno. Tanto più che l’Istat ha ritoccato in misura sostanziale il dato sul Pil del 2013 e 2014, riducendo quest’ultimo di 2 miliardi di euro sia nella versione a prezzi correnti che in quella a prezzi costanti.
Dopo la revisione dell’Istat, l’obiettivo di crescita di +0,9% per l’anno in corso è ancor più a portata di mano, visto che per raggiungerlo sarano sufficienti 2 miliardi di euro in meno.
Il rapporto debito/Pil 2015, che la Nota di aggiornamento al Def aveva rivisto in rialzo al 132,8%, in aumento rispetto al 2014, va ora corretto a 132,3%.
Se c’era bisogno di ulteriore confusione sui numeri, bisogna riconoscere che è stato fatto di tutto per crearla.
Arduo appare anche il compito dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ha già validato il quadro macroeconomico tendenziale, in cui, però, non è chiaro se sono corretti i livelli e sbagliate le variazioni oppure viceversa.
Per rimettere un pò di ordine servirebbe, ora, un aggiornamento della nota di aggiornamento al Def.