di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca
In diverse occasioni, Il Foglietto si è occupato della scarsa attenzione riservata dai 20 enti pubblici di ricerca al tema della trasparenza amministrativa.
Il dlgs 33/2013 ha imposto la creazione sul sito internet dei singoli enti di una sezione denominata ‘Amministrazione trasparente’, accessibile dalla home page, nella quale devono essere riportati e aggiornati una serie di contenuti predefiniti, a determinate scadenze.
Trattandosi di obblighi di legge, chiunque, a prescindere da un eventuale interesse legittimo, può chiedere a un’amministrazione di pubblicare ciò che è stato omesso. La procedura per effettuare una richiesta prende il nome di ‘Accesso civico’ e assume la forma di una comunicazione trasmessa per posta elettronica al ‘Responsabile per la trasparenza’, il cui nominativo e indirizzo email deve essere anch’esso evidenziato in un’apposita sottosezione della predetta ‘Amministrazione trasparente’.
Il Responsabile della trasparenza ha 30 giorni di tempo per provvedere alla pubblicazione delle informazioni mancanti e darne comunicazione a colui che ha segnalato la manchevolezza. Qualora non giunga alcuna risposta, è possibile rivolgersi con le stesse modalità al titolare del Potere Sostitutivo, che ha a sua volta 15 giorni di tempo per ottemperare alla richiesta. Infine, è possibile inviare una segnalazione all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) per informare della inadempienza.
Lo scorso marzo sono state inviate ai 20 Enti pubblici di ricerca 27 richieste di accesso civico, segnalando un totale di 79 omissioni, che riguardavano il Piano triennale di prevenzione della corruzione; le tabelle riassuntive in formato standard digitale aperto dei bandi di gara e contratti stipulati nel 2014; l’attestazione dell’Oiv al 31 dicembre 2014; l’accessibilità e il catalogo di dati, metadati e banche dati.
Le risposte sono state solo 14, ma si deve considerare che in alcuni casi, pur in mancanza di comunicazione, gli enti hanno provveduto, comunque, ad ottemperare.
Trascorsi 30 giorni, in 11 casi si è reso necessario attivare il potere sostitutivo, ricevendo 3 sole risposte.
Ad oggi, gli enti interessati hanno provveduto a pubblicare solo 33 delle informazioni mancanti (42%), mentre per le restanti 46 (58%) risultano ancora inadempienti. Cinque amministrazioni (Enea, Ingv, Iss, Iisg e Centro Fermi) non hanno fornito alcuna risposta alle richieste inviate.
Per tutte le omesse pubblicazioni è stata inoltrata una segnalazione all’Anac, ad eccezione di quelle riguardanti tre amministrazioni (Indire, Istituto di studi germanici e Stazione Zoologica), che non sono presenti nella griglia degli Enti e istituzioni di Ricerca dell’Autorità.
Mentre la società civile auspica un rafforzamento delle misure sulla trasparenza amministrativa, che rappresentano un deterrente alla corruzione, il Governo sembra voler intraprendere un percorso a ritroso. Il disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera, infatti, contiene una delega per la revisione e la semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza. Sono in molti a temere che dietro la riduzione e la concentrazione degli oneri gravanti in capo alle amministrazioni pubbliche si nasconda l’obiettivo di depotenziare gli strumenti di controllo, che oggi già appaiono poco efficaci.