di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca
Era il 30 dicembre 2011. Due settimane prima il Parlamento, nel silenzio generale, aveva approvato in prima lettura la riforma costituzionale per introdurre il pareggio di bilancio.
Il nuovo governo guidato da Mario Monti, acclamato come salvatore della Patria, aveva già emanato il decreto Salva Italia, quello che fece piangere copiose lacrime alla ministra Fornero, che non riusciva a pronunciare la parola “sacrificio”.
Quel venerdì, ultimo giorno lavorativo dell’anno, a Roma la colonnina di mercurio segnava 7 gradi centigradi, con una umidità dell’84% e molti romani si accingevano a festeggiare un austero Capodanno ai Fori Imperiali, con Enrico Brignano e i Negramaro.
Negli uffici dell’Istat di via Cesare Balbo, proprio quel giorno, furono banditi 4 concorsi pubblici per complessivi 60 posti, di cui 9 da Primo Ricercatore, 11 da Primo Tecnologo, 30 da Ricercatore e 10 da Tecnologo.
Da allora sono passati più di 3 anni, per l’esattezza 1.180 giorni, sono cambiati 2 presidenti del Consiglio e 2 presidenti dell’Istat, ma quelle procedure concorsuali ancora non si sono concluse.
Per i due concorsi di secondo livello (titoli e colloquio) le ultime tracce si perdono il 21 gennaio 2013, quando furono nominate le commissioni esaminatrici. Le prove scritte del concorso da tecnologo sono state già rinviate ben 9 (dicasi: nove) volte e la prossima scadenza è fissata al 31 marzo 2015, quando forse si saprà se e quando le medesime prove si svolgeranno. Dopo ben 8 rinvii si sono, invece, tenute il 30 e 31 ottobre scorsi le prove scritte per gli aspiranti ricercatori, ma da allora sono già trascorsi senza ulteriori novità altri 4 mesi.
I tempi biblici per l’espletamento delle procedure concorsuali sembrano confliggere con quanto previsto dal comma 5 dell’articolo 11 del DPR 9 maggio 1994, n. 487, secondo cui “… devono concludersi entro sei mesi dalla data di effettuazione delle prove scritte o, se trattasi di concorsi per titoli, dalla data della prima convocazione. L’inosservanza di tale termine dovrà essere giustificata collegialmente dalla Commissione esaminatrice con motivata relazione da inoltrare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica, o all’amministrazione o ente che ha proceduto all’emanazione del bando di concorso e per conoscenza al Dipartimento della funzione pubblica”.
Se le ragioni del ritardo siano da imputarsi all’inerzia delle commissioni o a precise responsabilità dell’amministrazione non è dato sapere, non essendo stata resa la motivata relazione giustificativa che i concorrenti possono richiedere, presentando un accesso agli atti al responsabile del procedimento, purché riescano a individuarlo.
Era il 30 dicembre 2011 in tutto il mondo … o quasi. Nelle isole Samoa e Takoleau, che passarono a ovest della linea del cambiamento di data, il 30 dicembre 2011 è stato abolito.
Può darsi che lo stesso sia accaduto anche all’Istat ma che nessuno se ne sia accorto.