Archivi categoria: Lavoro

Rivalutazione delle pensioni: al pasticcio del governo Monti, censurato dalla Consulta, risponde il governo Renzi. Con un altro pasticcio

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca
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Sono trascorsi ormai venti giorni dal deposito della sentenza n.70/2015 della Consulta, che ha definito incostituzionale il decreto “Salva Italia” emanato del Governo Monti, nella parte in cui taglia per il 2012-2013 l’adeguamento al costo della vita dei trattamenti pensionistici che eccedono di tre volte il trattamento minimo Inps.

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Pensioni future più magre con il coefficiente di capitalizzazione negativo

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

pensione_vecchiaia
La legge 335 dell’8 agosto 1995, meglio nota come riforma Dini delle pensioni, segnò uno spartiacque generazionale tra i lavoratori più anziani che potevano continuare a beneficiare del sistema di calcolo retributivo (più favorevole) e quelli più giovani che, invece, dovettero passare al contributivo (più penalizzante). Continua a leggere

Il risanamento dei conti dello Stato solo dalle tasche dei lavoratori

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

debito

Il 2014 non si presenta sotto i migliori auspici per le retribuzioni dei lavoratori dipendenti, costretti a nuovi sacrifici. La legge di stabilità ha confermato le misure restrittive contenute nel Dpr 122/2013, che ha prorogato il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, anche di quelli non contrattualizzati, come i docenti universitari, le cui istanze sono state di recente disattese dalla Corte Costituzionale. Continua a leggere

Al Cnr i dannati della ricerca sono 3500

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

Costituiscono un vero e proprio esercito i 3.491 precari che gravitano nell’orbita del Cnr, il più grosso ente di ricerca pubblico italiano, da marzo scorso presieduto dal Luigi Nicolais, ex ministro ed ex deputato Pd.

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Per i precari Istat gli esami non finiscono mai

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

Con il completamento delle procedure concorsuali i nodi delle aspettative dei precari dell’Istat sono purtroppo venuti al pettine.

precari

Dopo essere stati illusi per anni dalla dirigenza dell’Istat e da certi sindacati, l’assunzione in ruolo di 87 collaboratori tecnici di VI livello li ha ricondotti all’amara realtà, come si legge in un comunicato pubblicato sul loro blog.

Tra i vincitori del concorso ci sono solo 46 precari già in forza all’Istat da almeno 2 anni su un totale di quasi 400 contrattisti, di cui circa un terzo ricercatori/tecnologi di terzo livello e due terzi collaboratori tecnici di sesto livello.

Alcuni di essi sono retrocessi da un contratto a termine di ricercatore/tecnologo a uno di Cter a tempo indeterminato. E sono i più fortunati, nonostante siano stati penalizzati sotto il profilo economico dallo scarso preavviso per l’assunzione.

Qualcun altro (ma pur sempre pochi) dovrà attendere che dal turn over dei prossimi anni si reperiscano i fondi per coprire tutti i 115 posti messi a concorso. E pensare che la copertura per le assunzioni era già stata trovata, ma l’Amministrazione si è fatta autorizzare a utilizzare i fondi per lo scorrimento di graduatorie di I e II livello, di cui (forse) si poteva fare a meno.

Una flebile speranza di scorrimento futuro delle graduatorie possono nutrirla gli idonei.

Ma la maggior parte dei precari (più di 250 lavoratori) al momento non ha prospettive di rimanere all’Istat alla scadenza del contratto. E dire che si tratta di persone che hanno già superato una selezione concorsuale, talvolta di livello persino superiore rispetto a quello per il quale ora non hanno nemmeno conseguito l’idoneità.

Se i parametri di giudizio nei concorsi non sono cambiati, si deve ritenere che la permanenza all’Istat nuoce gravemente alla salute intellettuale di chi ci lavora.

E pensare che in un recente passato è accaduto esattamente il contrario. Persone non idonee a un concorso pubblico a VI Cter si sono ritrovate stabilmente all’Istat in un livello perfino superiore, talvolta non di poco. Beati loro!